Farmaci: Prezzo, Brevetti e Licenze Obbligatorie – Il Sole 24 Ore

ITALIAN VERSION – ENGLISH VERSION

Il Commento editoriale del nostro Presidente, Pietro Paganini, per Il Sole 24 Ore del 24 Gennaio 2019 riguardante l’invito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ai governi per introdurre le Licenze Obbligatorie.

La licenza obbligatoria consente allo Stato di superare il brevetto che tutela un farmaco per permetterne la riproduzione ad un costo ridotto e RENDERLO disponibile AD un numero più ampio di cittadini.

L’OMS pensa così di ridurre il prezzo dei farmaci e di renderli accessibili ad un gruppo più ampio di cittadini, cioè allargare il sistema sanitario a più persone che oggi sono escluse.

OBIETTIVO LODEVOLE   Gli intenti dell’OMS sono apprezzabili.

PROPOSTA SBAGLIATA   Le licenze obbligatorie non contribuiscono a ridurre il prezzo e facilitare l’accesso alle cure ma certamente rallentano l’innovazione. Non è il brevetto la causa del difficile accesso ai farmaci. Il superamento di un brevetto non fornisce il know-how per sviluppare un farmaco altrettanto efficace. Il 90% dei farmaci essenziali (dati OMS) non è protetto da brevetti.

Le ragioni sono altre:

  • Personale sanitario insufficiente – Secondo l’OMS c’è una carenza di circa 7.2 milioni di personale sanitario, destinata a raggiungere quasi 13 milioni nei prossimi 15 anni;
  • Sistemi assicurativi poco sviluppati (sia pubblici che privati). In Germania i costi sanitari sono coperti per oltre l’87% da assicurazioni. In India l’86% sono a carico delle famiglie;
  • Infrastrutture scarse e filiere inefficienti;
  • Tariffe sulle importazioni che gravano sul costo finale.

 

ENGLISH VERSION

Pietro Paganini’s analysis for Il Sole 24 Ore of 24 January 2019 regarding Compulsory Licenses and World Health Organization (WHO) invitation to introduce them. WHO threatens patents and intellectual property, risking to discourage innovation. Compulsory licenses allow the State to override intellectual property rights to manufacture patented medicines without the patent-owner’s consent at a more competitive cost, making them available to a larger number of citizens.

GOOD-HEARTED  The concern with improving access to medicines is laudable.

WRONG SOLUTION    However, compulsory licenses  do not help to reduce price nor facilitate access to treatment. Unfortunately, they do certainly slow down innovation. Patents are not the cause of a challenging access to drugs.

The real reasons for this have been well known for decades:

  • Insufficient number of workers in the health sector – According to WHO, there is a shortage of around 7.2 million health personnel, which will rise to almost 13 million over the next 15 years;
  • Poorly developed insurance systems (both public and private). In Germany health costs are covered for more than 87% by insurance companies. In India, 86% of the money spent on healthcare is paid directly by households;
  • Weak infrastructures and inefficient supply chains;
  • Import tariffs add to the cost of medicines.

 

Ecco alcuni estratti da Il Sole 24 Ore di Giovedì 24 Gennaio 2019
Some excerpts of the article published on the Il Sole 24 ore (24/01/2019)

“Troppi cittadini faticano ad accedere alle cure più avanzate, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Ridurre il prezzo dei farmaci è per l’Organizzazione Mondiale della Sanità una priorità. Come? Invitando i governi a fare uso delle licenze obbligatorie: la pratica che consente di copiare una cura protetta da brevetto per immettere sul mercato un farmaco più economico. Il fine è lodevole ma lo strumento attenta ai fondamentali diritti di proprietà e minaccia l’innovazione.Il brevetto che tutela i farmaci più innovativi non è la causa del difficile accesso alle cure. Le ragioni sono molto più complesse. Lo dimostra il fatto che i governi faticano a trovare la soluzione che richiede evidentemente un costante lavoro di riforme e investimenti che devono necessariamente seguire le trasformazioni economiche e sociali. Al contrario, i brevetti sono uno dei fattori che favoriscono l’innovazione, e quindi lo sviluppo di nuove cure, come dimostra l’Indice Internazionale per la Tutela della Proprietà (Sole 24 Ore del 9 agosto 2018): le regioni che più tutelano i diritti di proprietà sono quelle che maggiormente innovano.

“Il difficile accesso alle cure dipende da tanti altri fattori, come:
(I) il numero insufficiente di personale sanitario (proprio secondo l’OMS mancano 7.2 Mio $. di impiegati nel settore, saranno 12,9 Mio $ nel 2035);
(II) la debolezza dei sistemi assicurativi  (pubblici o privati): in Germania solo il 12,9% dei costi sanitari è a carico delle famiglie, in India è l’86%, così come per i paesi con redditi medio-bassi;
(III) infrastrutture scarse e filiere inefficienti rallentano la disponibilità delle cure soprattutto nei paesi in via di sviluppo;
(IV) le tariffe sulle importazioni gravano sul costo finale. Una riduzione delle quote sui farmaci porterebbe a risparmi sostanziosi: 6.2 MRD $ in Cina, 2.8 in Russia, 2.6 in Brasile, 737 Mio. in India);
(V) la semplificazione delle pratiche burocratiche per il riconoscimento e la registrazione di nuove cure da parte delle autorità preposte: 2/3 anni in Cina per registrare un nuovo farmaco, 18 mesi in Brasile, India e Russia.

Le licenze obbligatorie colpirebbero soprattutto le piccole e medie imprese del settore farmaceutico e del biotech che a differenza delle grandi multinazionali hanno risorse limitate, operano in pochi mercati, e hanno poche possibilità di competere sul mercato globale. Si rischia così di annientare un settore chiave dello sviluppo sociale ed economico di un paese, indebolendone il sistema della ricerca e dello sviluppo. La proprietà intellettuale è lo strumento con cui si tutela il contributo che le PMI portano all’innovazione. 

 

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