I Viaggi di Xi JinpingL'IDEA DI UMBERTO CUCCHI

Al termine dell’Assemblea Nazionale del Popolo Cinese, Xi Jinping partirà per un nuovo viaggio istituzionale verso l’Europa (21-26 marzo). Questo viaggio verso il vecchio continente, però, non sarà come gli altri ma rappresenterà il tentativo di includere due paesi cardine del continente – Italia e Francia – nella ‘Belt and Road Initiative, la Nuova Via della Seta di Pechino.

PERCHÉ È IMPORTANTE    La Belt and Road Initiative è una strategia di sviluppo che prevede infrastrutture e investimenti in numerosi paesi tra Asia, Medio Oriente, America Latina e Africa e (recentemente) Europa con lo scopo di collegarli al mercato cinese. Come è ormai certo, il governo Italiano tra il 22-23 marzo apporrà la firma al momerandum of understanding, introducendo di fatto il nostro paese alla Nuova via della Seta cinese. Cosa comporta tutto questo? 

SCENARI DIVERSI OLTRALPE     Italia e Francia sono entrambe membri fondatori dell’Unione Europea, del G7 e della NATO, grandi economie e alleati chiave degli Stati Uniti. Questo scenario distingue in maniera netta Roma e Parigi dalle nazioni dell’Europa orientale e dell’Africa, considerate bersagli estremamente facili per la Nuova Via della Seta cinese, offrendo di conseguenza a Pechino molteplici opportunità economiche e geopolitiche.

Ciononostante, Italia e Francia si presentano all’incontro con Xi Jinping con due attitudini completamente differenti. Mentre la Francia e il suo presidente Macron hanno mantenuto negli ultimi anni una retorica meno diplomatica nei confronti di Pechino, l’Italia gialloverde appare molto più interessata alle proposte di Xi Jinping.

STIVALE CINESE    Pechino vede l’Italia come una priorità per la sua via della seta. Xi Jinping considera il nostro paese vitale per la sua crescente strategia marittima. Dopo aver acquisito il 51% del porto greco di Pireo nel 2016, la Cina ha acquistato posizioni nei porti di Venezia e Genova e dovrebbe raggiungere un accordo simile con la città di Trieste. L’Italia è al terzo posto nell’UE per quanto riguarda gli investimenti cinesi e Roma ha un deficit commerciale di 16 miliardi di euro con Pechino.

Dal canto suo, il Governo Italiano ha manifestato interesse per ulteriori investimenti, importazioni e joint venture cinesi, nonché un migliore accesso al mercato in Cina (1.5 miliardi di consumatori). Le probabilità di trovare un compromesso percepito come ‘win-win’ da ambo i lati è elevato.

PUNTI CARDINE   L’incontro tra Xi Jinping ed il governo Italiano non arriva dunque in un momento casuale. La Cina vuole continuare la sua marcia strategica verso il cuore dell’Europa, mentre l’Italia è alla ricerca di nuova linfa per fondamentali progetti di sviluppo ed innovazione. Sarà chiave evitare il ‘rischio colonizzazione’ tutelando in primis la sicurezza nazionale.

L’Italia non ha bisogno di svendere i suoi asset, anzi, ne ha bisogno di nuovi, più moderni ed efficaci. Gli aspetti legati al digitale e alla cybersecurity, però, sono quelli che spaventano di più. L’Italia rischia di vedersi ‘usata’ dai cinesi per perseguire i loro obiettivi geopolitici e trovarsi schiacciata dalle due sfere d’influenza.

Urge perciò prevedere nell’accordo un framework e standard di sicurezza informatici che tutelino la privacy ed i diritti di milioni di cittadini. Allo stesso tempo, la protezione dei diritti umani, delle libertà individuali e il rispetto della proprietà intellettuale non dovranno essere dimenticati. Introdurre un’architettura limpida ed efficiente sulla cybersicurezza permetterà all’Italia di ridurre i rischi e massimizzare i benefici.

STATE OF MATTER     La Cina e’ già presente nei mari Europei da Aversa a Bilbao, da Marsiglia ad Amburgo. A Pireo nel giro di 3 anni il traffico merci e triplicato. Ad oggi, il 15% della capacità portuale in Europa è cinese. mentre a Rotterdam, il più grande d’europa, è più del 35%. La Cina, solo tra il 2016 ed il 2017 ha investito più di 300 miliardi di euro nell’Unione Europea (89% di questa cifra solo tra Regno Unito, Francia, Germania ed Italia).

Analogamente, diversi leader politici europei sono fortemente influenzati dalla politica di Pechino. Il rafforzamento del rapporto bilaterale con la nuova superpotenza cinese va delineato ed architettato al più presto possibile. Se non siamo pronti ad accoglierlo, modellarlo e negoziarlo verremo travolti dalle conseguenze. I paesi Europei potranno tornare ad essere leader mondiali solo stipulando solidi accordi bilaterali che promuovano se stessi e non rimanendo meri satelliti delle superpotenze.

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