La conquista dell’Artico: rischi e opportunità

Conquista dell’artico: il tema Nord-Sud coinvolge anche i mari. Alcune parti del globo terrestre che devono ancora essere sfruttate. Su tutte, spicca l’Artico che sta diventando sempre più al centro dei piani commerciali ed economici delle potenze mondiali. Quale il ruolo dell’Italia?

PERCHÉ È IMPORTANTE  I cambiamenti climatici hanno trasformato la regione artica da zona dimenticata ed inarrivabile a nuova area di conquista e frontiera di sviluppo economico per il commercio mondiale. Un Mar Artico navigabile influirebbe sensibilmente sulle rotte commerciali attuali, rischiando di indebolire il traffico di quelle più utilizzate. Potrebbero questi sviluppi penalizzare i paesi più a Sud, come l’Italia?

NUOVE ROTTE = NUOVE OPPORTUNITÀ   Una zona Artica navigabile potrebbe accorciare le rotte del 40% circa tra Europa e continente Asiatico. Per fare un esempio, Shanghai sarebbe raggiungibile da Amburgo navigando 3000 miglia nautiche in meno, senza passare per Suez o Panama. Ciò comporterebbe una navigazione in acque più profonde ove impiegare navi più grandi, capaci di trasportare un numero maggiore di merci.

La rotta Nord-Ovest, attraverso le isole dell’Arcipelago artico Canadese, e la rotta Nord-Est, al largo delle coste siberiane offrono benefit troppo vantaggiosi per essere ignorati: la rotta ad Est, consentirebbe di risparmiare circa 10 giorni di navigazione tra l’Europa e l’Asia, mentre quella ad Ovest permetterebbe di ridurre la rotta di circa 4000 km bypassando il canale di Panama.

Sotto la calotta polare artica inoltre giacciono circa il 20% delle risorse naturali del nostro pianeta, ancora disponibili. Cina e Russia sono stati, negli ultimi 10 anni, i più attivi nello sfruttamento di queste aree, superando gli Stati Uniti e doppiando i paesi dell’Unione Europea.

L’ARTICO DI CASA NOSTRA ED IL MEDITERRANEO DIMENTICATO   L’economia Italiana fa affidamento su un network di alleanze e rotte commerciali, storicamente incentrate sul Mar Mediterraneo, che stanno spostando sempre di più il loro interesse verso nord. Il rischio è che il Mare Nostrum venga marginalizzato con un ulteriore penalizzazione dell’Italia che nell’indice della Connettività Commerciale (Shipping Connectivity Index), è solamente 20esima, dietro a tutti i principali paesi settentrionali, ma a anche a paesi mediterranei come Francia, Spagna e Marocco.

LA DOPPIA VIA   Nonostante le complessità geopolitiche legate a possibili nuove rotte commerciali, l’Italia è stata sinora capace di appropriarsi di una buona posizione strategica assicurandosi un posto come osservatore permanente nel Consiglio Artico. Il nostro forte background e know-how nella ricerca scientifica ed il ruolo delle nostre aziende nel campo energetico (ENIsu tutte) hanno permesso un posizionamento di rilievo, soprattutto per un paese geograficamente e politicamente distante, nella questione.

Anche se la totale navigazione delle zone Artiche non sarà realizzabile in modo economicamente conveniente per minimo altri 30 anni, l’Italia avrà l’opportunità di influenzare i processi decisionali in merito, mettendo sul piatto la ricerca scientifica avanzata nel settore e asset energetici di primo piano.

L’Italia dovrà sostenere posizioni dal carattere liberale ed internazionale riguardante le tratte commerciali artiche, uno sviluppo economico della regione offrirebbe opportunità importanti a nostre imprese nazionali nel campo commerciale, energetico e scientifico.

Inoltre, l’Italia può e dovrà sfruttare la propria posizione strategica nella Belt and Road Initiative per tenere vivo, allo stesso tempo, il ruolo del Mediterraneo. La nostra penisola non può permettersi di non partecipare alle due partite.  Siamo così chiamati ad una prova di forza e resistenza per avere influenza nelle decisioni relative: 1. al  futuro dell’Artico 2. al potenziamento delle rotte del Sud tramite una forte partnership con la Cina ed il continente Africano col fine di  preservare la rilevanza del Mare Nostrum.

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