L’Italia Digitale: le Priorità per GentiloniBanda Ultralarga, PA Digitale, Industria 4.0, Enel e Telecom

L’idea di Competere

Il Piano Nazionale Industria 4.0 è stato approvato con la legge di Stabilità, in perfetto stile renziano. Ma la strada da percorrere prima di vederne i risultati è ancora molto lunga. Si deve recuperare il gap digitale con le principali economie internazionali in termini, soprattutto, di reti veloci e servizi ai cittadini e alle imprese. Si deve puntare all’innovazione per dare al paese maggiore competitività produttiva. Questo auspicio è indirizzato al Governo Gentiloni e non a chi verrà dopo, perché vogliamo credere che il nuovo esecutivo continui ad investire sull’innovazione. Non possiamo permettere che a pagare il prezzo dei giochi di potere sia proprio la digitalizzazione del paese.

A parole le priorità non sono cambiate, ma l’attesa elettorale di alcuni potrebbe generare una forte incertezza. A correre i maggiori rischi di stagnazione sono:

– Piano Banda Ultralarga 

– Industry 4.0 

– PA Digitale

Piano Banda Ultralarga. In questo caso, il bando Infratel da 1,4 miliardi per la realizzazione della rete pubblica nelle aree bianche non è ancora stato assegnato. La Commissione nominata per le operazioni di gara dovrebbe avviare i lavori per l’assegnazione entro la fine di dicembre. Si farà o no? Il soggetto in pole position per l’assegnazione del progetto banda ultralarga è Enel, fortemente sponsorizzato da Renzi. La vittoria del No al referendum potrebbe in qualche modo sconfessare l’intervento dell’ex monopolio e riportare a galla l’impegno di Telecom Italia? E’ tutto da vedere.
Industry 4.0. Messi da parte i conflitti politici, l’innovazione delle nostre industrie richiede, da parte delle imprese, un’analisi circa lo stato attuale di digitalizzazione dei loro processi operativi. Bisognerà colmare i gap nelle aree poco o affatto digitalizzate e analizzarle nella prospettiva dei vantaggi competitivi offerti dalle tecnologie 4.0, proponendo nuovi modelli di business.

PA Digitale. Molto più complicato sarà il cammino digitale della PA. E’ un “carrozzone” che procede lentamente, la cui attuazione richiede un coordinamento congiunto su più livelli, raccordato tra soggetti diversi, pubblici e privati, centrali e locali. Un po’ di stabilità politica gioverebbe alla situazione.

Il nuovo Esecutivo non potrà prescindere dalle risorse (che ci sono ma vanno inquadrate) e dalla volontà di cambiamento dimostrata dalle amministrazioni locali. Il nostro Paese non può permettersi ulteriori ritardi: le politiche industriali devono essere attuate nell’interesse del Paese e abbandonare stendardi politici.

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