Lo Stato di Salute

Che futuro può garantire uno stato che non protegge la proprietà intellettuale? L’introduzione di Licenze Obbligatorie nel campo farmaceutico metterebbe a rischio la salute dei cittadini e ridurrebbe gli investimenti nel settore.

La protezione della proprietà intellettuale è necessaria per garantire innovazione e sviluppo in qualsiasi paese. In Italia, dove parole come innovazione e sviluppo a volte sono concetti vuoti, non ci possiamo concedere il lusso di introdurre le Licenze Obbligatorie (LO).

PERCHÈ È IMPORTANTE Con Licenza Obbligatoria, un titolare di brevetto potrebbero essere forzato a cederlo allo Stato per permettere la produzione di quel bene ad un prezzo più competitivo ed accessibile a tutti i cittadini. L’innovazione nel settore sanitario e farmaceutico, in modo particolare, è la chiave per la sostenibilità dell’intero sistema e per la tutela della salute dei cittadini. Dunque perché violare il diritto alla proprietà?

PERCHÈ NO Per facilitare ulteriori tagli alla spesa sanitaria, la tentazione di ricorre allo strumento delle Licenze Obbligatorie c’è. È lì dietro l’angolo. L’introduzione delle LO, però, risulterebbe nella migrazione di milioni di Euro di investimenti verso altri lidi. Lidi dove l’innovazione e lo sviluppo di nuove cure vengono tutelati dallo stato e non sfruttati. E mentre le multinazionali del farmaco migrerebbero in mercati più favorevoli senza troppi problemi, le tantissime piccole e medie imprese Italiane del farmaco verrebbero messe in ginocchio. Un inno al non investire anni – e milioni – in ricerca e sviluppo.

Va inoltre sottolineato come il 90% dei farmaci essenziali secondo la lista fornita dell’Organizzazione Mondiale della Sanita (OMS – WHO) non sia protetto da brevetti. Di conseguenza, la maggior parte dei farmaci essenziali è accessibile per tutti i cittadini a cifre modiche. Senza dimenticare che in Italia la spesa per i farmaci è coperta al 62% dallo Stato.

Un farmaco rappresenta il prodotto finale di anni di ricerca scientifica – non un mezzo speculativo. Lo sviluppo di esso necessita di copiosi investimenti a livello finanziario e di human capital. In regime di LO, lo sviluppatore di un farmaco si vede privato del diritto di commerciare un prodotto su il quale ha investito per anni, inducendolo a non investire più in quel contesto.

Si entrerebbe in circolo vizioso. La riduzione del prezzo di un farmaco specifico indurrebbe aziende nel non investire più per non correre il rischio di perdere il proprio brevetto in futuro. In questo modo, il prezzo dei farmaci aumenterebbe – con il numero dei malati – e, senza investimenti, la possibilità di trovare nuove cure scenderebbe vertiginosamente.

BAD PRACTICES La narrativa Sudamericana, che ha visto le Licenze Obbligatorie introdotte da Bogotá e Brasilia, non è delle più promettenti. Le LO furono Introdotte con lo scopo di ridurre la spesa pubblica e rendere alcuni farmaci più accessibili – di fatto punendo le ‘cattive’ multinazionali. Brasile e Colombia stanno ora pagando le conseguenze:

  • un sistema sanitario che non è migliorato
  • prezzo dei farmaci che per la maggior parte delle volte non si è abbassato
  • farmaci persino pericolosi per la salute
  • perdita dell’investimento diretto estero

Le LO dovrebbero essere prese in considerazione solo per casi eccezionali di emergenza sanitaria nazionale. Non possono certo essere il fulcro della politica sanitaria di un paese che punta all’inovazione. Per promuovere lo sviluppo non si può fare altro che tutelare brevetti e proprietà intellettuale. Maggiori investimenti nella ricerca porterebbero a farmaci migliori e cittadini più in salute. Impariamo dagli errori commessi dal populismo Sudamericano.

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