Non Affondiamo l’Industria FarmaceuticaL'IDEA DI COMPETERE

L’industria farmaceutica spinge la crescita, investe, innova, eppure continua ad essere penalizzato dalla regolamentazione e dall’incertezza amministrativa. Il perverso meccanismo del Payback minaccia gli investimenti e la capacità delle aziende di produrre innovazione. Nel frattempo politica e burocrazia non garantiscono stabilità e certezza delle regole.

Non sarà certo la legge di Bilancio in discussione a dare una scossa alla nostra economia stagnante. L’anestesia delle clausole IVA ci salva quantomeno da un’ulteriore depressione dei consumi. Ma è troppo poco per sperare in un rimbalzo nel breve-medio periodo.

Come tutte le fasi di stagnazione, anche questa prima o poi finirà. Ci dobbiamo preparare al meglio, facendo leva sui nostri punti di forza, alla ricerca di qualche buona notizia su cui costruire progetti e narrazioni nuove. Qualcosa di buono c’è. Ad esempio il settore della ricerca nelle scienze della vita e la farmaceutica.

PERCHÉ È IMPORTANTE?   Si tratta di un settore che ha dimostrato anche in questi anni una straordinaria resilienza; la sua anti-ciclicità è legata alla capacità di innovare, di investire pienamente nei talenti, di creare buona occupazione. L’Italia lo scorso anno ha superato la Germania ed è il primo Paese in Europa per export di farmaci. La vita media si allunga e viviamo tutti in miglior salute, anche grazie a terapie personalizzate per malattie fino a poco tempo fa incurabili.

POLITICA VS. INNOVAZIONE   Questo straordinario successo italiano, che vede 3000 nuovi occupati in un contesto di disoccupazione crescente, spese in ricerca e sviluppo duplicate nell’ultimo decennio a fronte di un calo drastico degli investimenti privati e pubblici sta avvenendo “nonostante le condizioni” e non grazie ad esse. Le scelte politiche infatti, sembrano fatte apposta per scoraggiare questa spinta alla crescita.

LA TASSA OCCULTA   Durante gli anni passati si è sedimentato un perverso meccanismo di controllo della spesa farmaceutica che ha inserito una specie di “tassa occulta”, nota come Payback, che ha lo scopo sì di limitare gli eccessi di spesa pubblica. Il Payback scoraggia l’innovazione: più innovo, più i miei farmaci e le mie terapie vengono impiegate, più soldi dovrò restituire allo Stato centrale e alle Regioni. Speriamo si tratti della conseguenza involontaria di una scelta politica scellerata.

I ritardi nei pagamenti, i sistemi di fatturazione non informatizzata, gli errori materiali, completano un quadro a tinte fosche: tra il 2013 e il 2017 si è accumulato un contenzioso presso i TAR dal valore complessivo di circa 2 miliardi di euro. Una somma che le Regioni non hanno potuto incassare e quindi spendere per garantire prestazioni migliori ai propri cittadini in Sanità.

IL GOVERNO   Gialloverde aveva promosso un’intesa tra le Regioni e le aziende farmaceutiche per sanare i precedenti contenziosi, ponendo al contempo le basi per una gestione del periodo di passaggio, negli anni 2018 e 2019, e infine aprire una fase tutta nuova di revisione della governance complessiva del sistema. Un sistema che ad oggi funziona ancora con schemi, categorie e tecnologie non aggiornati, mentre l’ondata di innovazione terapeutica che sta arrivando sarà in grado di incidere profondamente nelle vite e nello stato di salute dei pazienti e di tutti i cittadini.

Se c’è, però, una cosa che tiene lontani gli investitori internazionali dal nostro Paese è il mancato rispetto delle regole del gioco, regole che cambiano troppo spesso e troppo in fretta. È urgente sgomberare il campo dalle residue sacche di incertezza ed aprire una stagione nuova di dialogo e collaborazione tra Istituzioni e mondi produttivi.

ENTENTE CORDIALE   È stata siglata dal precedente Governo e prevede di dar corso alla definizione delle competenza per l’anno 2018 in tema di ripiano dello sforamento dei tetti della spesa farmaceutica e di modificare la capienza delle soglie stesse sulla base dei trend storici di spesa già a partire dall’anno 2019. In questo modo si eviterà di creare le condizioni per una nuova stagione di ricorsi e tribunali, e di concentrarsi, tutti assieme, sulle priorità strategiche per la crescita, l’innovazione, la ricerca e la buona occupazione nel Paese.

NON SPRECHIAMO   le ultime chances di essere un paese all’avanguardia. I fallimenti della chimica, dell’informatica, il dissesto dell’acciaio e i problemi dell’automotive non sono e non devono essere un alibi per farci rinunciare ai settori di eccellenza che ancora abbiamo. Tra questi, la farmaceutica spicca ed è in grado di vincere. Fino ad oggi, nonostante i Governi. Da oggi, speriamo grazie ai Governi.

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