EUDR: è ora di fare sul serioL'IDEA DI PIETRO PAGANINI
- 3 June 2025
- Posted by: Competere
- Category: Lidea

Adozione, revisione e rinvio, o ritiro? L’EUDR è tornato sotto i riflettori. Presentato come una svolta nella lotta globale alla deforestazione, oggi si sta trasformando in una saga normativa incerta e infinita. Le intenzioni erano ambiziose: rendere le catene di approvvigionamento europee libere da deforestazione, promuovere la tracciabilità e la responsabilità ambientale. A pochi mesi dall’entrata in vigore, la sensazione prevalente tra aziende, governi e operatori è una sola: incertezza. L’UE prenda una decisione.
Negli ultimi giorni, una serie di sviluppi ha sollevato dubbi sulla reale capacità dell’EUDR di entrare in vigore in modo efficace e condiviso.
CLASSIFICAZIONE ANTICIPATA DEI PAESI: CHIAREZZA O CAOS?
A sorpresa, la Commissione europea ha pubblicato con quasi un mese di anticipo la classificazione dei Paesi in base al rischio di deforestazione, etichettandoli da “basso” ad “alto” rischio. Tuttavia, invece di chiarire il quadro, questa scelta ha generato forte frustrazione tra i Paesi considerati “standard”. I criteri? deboli. Le decisioni? Sospettosamente politiche.
NUOVE PRESSIONI PER UN RINVIO
Sollecitata da Stati Uniti e gruppi imprenditoriali europei, una parte del Parlamento europeo è tornata a chiedere un rinvio, proponendo (per la seconda volta) l’introduzione di una categoria a “rischio zero”, regole più accessibili per le PMI e il riconoscimento delle certificazioni esistenti.
AGRIFISH: SCONTRO TRA STATI MEBRI E COMMISSIONE
Durante l’ultimo Consiglio AGRIFISH, diversi ministri, guidati da Lussemburgo e Austria, hanno chiesto una semplificazione del regolamento. La Commissaria Roswall ha difeso la linea attuale. Ma si tratta di una reale convinzione o di una scelta politica di facciata? Resta il dubbio che la Presidente von der Leyen e il suo capo di gabinetto possano presto intervenire dietro le quinte.
E INTANTO…
L’ultima versione delle FAQ ha lasciato gli operatori più confusi di prima. Il risultato? Richieste immediate per una nuova revisione, più chiara e concreta.
Inoltre, è ormai evidente che molte autorità competenti nazionali non sono pronte. Alcuni Stati membri, tra cui l’Italia, non hanno ancora recepito formalmente il regolamento.
VALE DAVVERO LA PENA CONTINUARE COSI?
Ogni rinvio mina la fiducia nel sistema europeo, sia a livello interno che internazionale. L’EUDR rischia di essere percepito come un esercizio burocratico più che come un impegno concreto per la sostenibilità.
Numerose imprese, inoltre, hanno già investito in tracciabilità e riorganizzato le proprie filiere. Alcuni settori – come quello dell’olio di palma – rappresentano oggi un punto di riferimento per il controllo e la trasparenza lungo tutta la supply chain.
Proteggere le foreste è un obiettivo comune, e su questo siamo tutti d’accordo. Ma l’attuazione del regolamento, tra testi caotici, FAQ ambigue e una complessità eccessiva, rischia di danneggiare proprio chi dovrebbe essere coinvolto attivamente nella transizione. È un’occasione mancata. E sì, la Commissione dovrebbe assumersi la responsabilità di non aver saputo proporre uno strumento più semplice, efficace e chiaro.
UNA PROPOSTA PRAGMATICA
La strada per uscire da questo stallo esiste ed è, paradossalmente, semplice: RINVIARE LE SANZIONI, dando tempo alle imprese per adattarsi e coinvolgendo tutti gli operatori. Solo così possiamo trasformare una buona idea in un impatto reale.
In caso contrario, il rischio è che si abbandoni il regolamento, ammettendo il fallimento di sei anni di lavoro. Restare nel limbo non serve a nessuno. Alimenta illusioni, aumenta i costi e indebolisce la credibilità dell’Europa.