- 17 September 2025
- Posted by: Competere
- Category: Media
La via realistica all’EUDR: avvio immediato, sanzioni sospeseDI PIETRO PAGANINI
L’ultimo intervento di Pietro Paganini, pubblicato sull’HuffPost, si concentra sull’entrata in vigore della EUDR, tra incertezze diffuse e difficoltà oggettive. I nodi irrisolti si superano solo con tempo, investimento e buona fede. La soluzione? Partire nei tempi previsti, ma sospendere le sanzioni per due anni. È quanto proposto dall’Olanda, mentre l’Italia resta ancora ferma.
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Il 30 dicembre entrerà ufficialmente in vigore il regolamento europeo contro la deforestazione (EUDR). Eppure, come già un anno fa, l’incertezza domina ancora. C’è chi spinge per rinviarla nuovamente, chi addirittura per ridimensionarla o cancellarla.
Il governo olandese sembra essere l’unico in Europa ad aver fatto passi concreti, avviando i cosiddetti dry runs (test) non solo per rispettare le regole europee, ma anche per aiutare gli operatori e attrarne di nuovi, mentre gli altri Paesi restano in attesa. I test hanno mostrato una forte volontà di conformarsi e risultati incoraggianti, ma hanno anche evidenziato un dato inequivocabile: nessun operatore è pienamente conforme.
Le ragioni sono chiare. La norma colpisce filiere globali estremamente complesse, dove raccogliere e verificare dati lungo tutta la catena è tutt’altro che semplice. Inoltre, non tutti hanno compreso appieno gli obblighi di due diligence, in particolare sulla validazione dei dati e sul concetto di “consignment”. I test confermano ciò che avevamo sostenuto fin dall’inizio: un regolamento così complesso richiede una lunga fase di sperimentazione.
Ecco perché la proposta avanzata già lo scorso anno alla Commissione europea, allora ignorata, oggi diventa urgente. La EUDR deve partire il 30 dicembre, senza ulteriori rinvii. Ma le sanzioni vanno sospese per almeno 24 mesi, così da consentire alle imprese di adeguarsi gradualmente, testare soluzioni e ridurre gli errori senza il rischio di penalizzazioni. Una fase di sperimentazione utile anche alle autorità competenti, che oggi non dispongono di strumenti sufficienti per garantire controlli efficaci e non possono realisticamente sanzionare chi si scontra con difficoltà evidenti.
E l’Italia? Resta ferma mentre altri Paesi si muovono per attrarre traffici e investimenti. Più aspettiamo, più gli operatori internazionali sceglieranno altri porti, con effetti diretti sulla nostra economia e sui consumatori, che già oggi pagano l’incertezza con prezzi più alti.
La strada è chiara: avviare la EUDR nei tempi previsti, ma sospendere le sanzioni per due anni. Solo così una norma ambiziosa potrà trasformarsi in un successo concreto, evitando di diventare lettera morta o, peggio, un boomerang per la competitività europea e per l’Italia.
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