- 24 June 2025
- Posted by: Competere
- Category: Lidea

Meno miti, più dati: l’alcol visto senza pregiudiziL'IDEA DI ERIKA LOH
Negli ultimi anni, si sta diffondendo un approccio sempre più rigido nei confronti delle bevande alcoliche, con proposte di politiche restrittive che mirano a trattare l’alcol alla stregua del tabacco. Etichette allarmistiche, nuove tasse, limitazioni alla vendita e severe restrizioni pubblicitarie sono solo alcune delle misure discusse a livello europeo e globale. Queste proposte partono dall’assunto che il consumo di alcol sia intrinsecamente dannoso per la salute, senza distinguere tra uso moderato e abuso.
Ma è davvero questa la strada giusta? I dati più recenti ci raccontano un’altra storia.
I dati parlano chiaro: il consumo dannoso è in diminuzione
Il Global Status Report on Alcohol and Health, pubblicato dall’OMS nel 2024 ci offre un quadro incoraggiante: nell’Unione Europea l’uso dannoso di alcol e le morti legate al consumo eccessivo sono diminuiti di oltre il 20% negli ultimi anni.
Anche i comportamenti che suscitano maggiore preoccupazione mostrano segnali positivi:
- I tassi di consumo eccessivo episodico (binge drinking) sono in costante calo.
- Le morti legate alla guida in stato di ebbrezza sono diminuite.
- Il consumo di alcol tra i minorenni è in netta discesa.
Gli europei stanno già cambiando abitudini, adottando uno stile di consumo più moderato e responsabile. È un risultato importante, spesso ignorato nel dibattito pubblico.
Basta divieti: serve una prevezione mirata
Questi progressi dimostrano che la direzione è quella giusta. Il vero problema oggi non è il consumo in sé, ma l’abuso, che riguarda situazioni e gruppi specifici. Le politiche devono quindi essere mirate: bisogna agire con strumenti efficaci su chi continua a bere in modo irresponsabile, mentre i consumatori devono essere informati, educati e responsabilizzati – non spaventati.
La vera prevenzione non passa attraverso divieti generalizzati o la demonizzazione delle bevande alcoliche. Non si tratta di impedire alle persone di gustare un bicchiere di vino o di birra in modo consapevole e moderato, ma di ridurre i comportamenti a rischio e promuovere una solida cultura della responsabilità individuale.It’s time to go beyond calories and nutrient thresholds.
Valorizzare la dimensione sociale e culturale dell’alcol
In Europa, vino e birra sono da sempre parte della nostra cultura e della nostra socialità. Incontrarsi con amici, condividere un pasto in famiglia, gustare un bicchiere insieme sono momenti che fanno bene non solo al corpo, ma anche alla mente.
La chiave, come sempre, è l’equilibrio: un principio centrale della dieta mediterranea, riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio culturale immateriale dell’umanità. In questo modello, il vino – così come la birra in molte tradizioni locali – è previsto in quantità moderate, all’interno di uno stile di vita sano e bilanciato. Penalizzare questi momenti rischia di impoverire il nostro tessuto sociale senza portare reali benefici in termini di salute pubblica.
Educare, non punire
La strada più efficace è quella di promuovere uno stile di vita equilibrato e consapevole, in linea con la dieta mediterranea e i principi della moderazione. Le politiche devono:
- Sostenere i cittadini nel fare scelte informate.
- Concentrarsi su chi ha comportamenti a rischio.
- Valorizzare il consumo moderato come parte di uno stile di vita sano.
Questo approccio richiede la collaborazione di tutti: istituzioni, comunità scientifica, imprese e società civile devono lavorare insieme per costruire una cultura della responsabilità.
Un approccio costruttivo alla salute
Abbiamo già compiuto importanti passi avanti nella riduzione dei consumi dannosi di alcol. È tempo di riconoscere questi progressi e superare approcci punitivi e generalizzati. Servono soluzioni mirate, basate su educazione, informazione e responsabilità individuale, non restrizioni indiscriminate che penalizzano anche chi consuma con moderazione.
Decisori politici, ricercatori, società civile e imprese devono lavorare insieme per promuovere uno stile di vita equilibrato, che valorizzi la socialità e quei momenti di convivialità che, da secoli, sono al cuore della cultura europea.