Le sigarette elettroniche possono aiutare 200 milioni di persone a smettere con il fumoAbbracciare la complessità per un domani più sostenibile.

Le sigarette elettroniche sono osteggiate da un gran numero di regolatori, non da ultimi quelli Europei ed Italiani. Eppure è scientificamente provato come possano contribuire alla riduzione del rischio per chi sostituisce il fumo delle sigarette tradizionali con lo svapo. Inoltre, sono un efficace strumento per smettere completamente di fumare. Ma quante persone potrebbero trarne un beneficio? Una recente ricerca mostra come una migliore regolamentazione delle sigarette elettroniche potrebbe migliorare la qualità della vita di quasi 200 milioni di persone in 61 paesi del mondo.
I RISULTATI DELLA RICERCA
La ricerca, pubblicata lo scorso 10 marzo dalla The World Vapers ‘Alliance insieme al Consumer Choice Center, prende in esame la normativa sul vaping in 61 Paesi e il numero di fumatori che passando alla sigaretta elettronica potrebbero trarne grandi benefici, tra cui smettere di consumare i prodotti tradizionali del tabacco ben più dannosi. Le conclusioni dello studio sono chiare: ben 196 milioni di fumatori potrebbero passare allo svapo. Un’alternativa fino al 95% meno dannosa.

Michael Landl, direttore della World Vapers’ Alliance, spiega perché i risultati della ricerca sono notevoli: “mentre i vantaggi dello svapo come alternativa al fumo sono noti da tempo, il nostro studio mostra quanto possa essere importante il passaggio verso l’elettronica in termini di popolazione: quasi 200 milioni di vite migliorate”.

“Se la Covid ci ha mostrato qualcosa – continua Landl –  è senza dubbio l’importanza della nostra salute. Soltanto se le autorità di regolamentazione e gli Stati faranno passare in secondo piano le ideologie e guarderanno alla scienza potranno veramente riuscire a far smettere di fumare le persone“.

L’ESEMPIO DEL REGNO UNITO

La World Vapers’ Alliance e il Consumer Choice Center hanno confrontato l’attuale percentuale di cittadini che sono già passati allo svapo, considerando sia i fumatori di e-cig quotidiani sia quelli occasionali. Su questa base,  hanno stimato quanti fumatori attuali potrebbero essere incoraggiati a passare allo svapo se fosse presente una legislazione più aperta al vaping in ogni Paese preso in considerazione.

L’esempio da seguire è quello del Regno Unito dove le istituzioni hanno riconosciuto l’importante ruolo delle sigarette elettroniche come strumento efficace per la cessazione del consumo dei prodotti tradizionali del tabacco. E i numeri sembrano dare ragione al Ministero della Salute inglese. Il Regno Unito ha potuto osservare risultati migliori nella riduzione dei fumatori rispetto ai Paesi in cui vigono leggi e politiche più restrittive.

Nel Regno Unito oggi fumano circa il 25% in meno di persone rispetto al 2013 quando lo svapo ebbe il suo primo boom. In Australia, invece, ad esempio, che è uno dei paesi con le normative più severe riguardo allo svapo, nello stesso periodo, ha avuto un calo solo dell’8%. Francia, Canada e Nuova Zelanda hanno seguito un approccio più simile al Regno Unito e stanno registrando risultati positivi.

CONCLUSIONI

In Italia, come nell’UE, si riscontra ancora una forte ostilità delle istituzioni verso le sigarette elettroniche. Questo ha portato a una regolamentazione frammentata e all’inserimento delle e-cig nella legislazione dedicata al tabacco. Questo conferma che non c’è ancora chiarezza sulle differenze profonde tra i due prodotti. A partire dalla minore esposizione al rischio per la salute. Ma anche per l’impatto sui consumatori e il potenziale aiuto a chi vuole smettere di fumare.

Secondo la mappa interattiva elaborata da World Vapers’ Alliance e Consumer Choice Center, in Italia sono 2 milioni e 750 mila i consumatori che potrebbero passare dalla sigaretta tradizionale al vaping. Traendone un grande beneficio per la salute e la sostenibilità della sanità pubblica. Perché allora non implementare politiche più favorevoli, seguendo quanto sostiene la ricerca scientifica?

 

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