Proprietà intellettuale in Italia: tra progressi e criticitàL'IDEA DI CAROLA MACAGNO

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Oggi è la Giornata Mondiale della Proprietà Intellettuale. Senza di essa, il progresso tecnologico e l’invenzione sarebbero a rischio di stagnazione, con conseguenze disastrose per l’economia e la società. Per promuovere l’innovazione e la creatività, l’Italia abbracci la cultura della proprietà intellettuale. È il messaggio che abbiamo lanciato nella lettera aperta mandata al governo per chiedere alle forze politiche di adoperarsi affinché alla sede di Milano del Tribunale Unificato dei Brevetti vengano assegnate tutte le competenze che le spettano.

PERCHÉ È IMPORTANTE   

Per avere successo, non basta avere un’idea vincente, occorre anche valorizzarla e proteggerla. La proprietà intellettuale è quindi cruciale: permette a chi ha un’intuizione di trasformarla in un prodotto o servizio di successo e di ottenere un ritorno sugli investimenti, che sono il cuore dell’innovazione

Inoltre, la protezione dei diritti di proprietà promuove la concorrenza leale e la prevenzione di contraffazione, garantendo la qualità dei prodotti e dei servizi. È dunque una componente cruciale per l’economia moderna e la crescita. L’Europa lo sa: tutelare i diritti di proprietà è strategico per essere competitivi rispetto ai colossi industriali di USA e Cina. 

Ma non solo l’Europa, anche l’Italia: nonostante l’ottima performance nel numero di brevetti depositati, c’è ancora molto lavoro da fare. Per difendere il Made in Italy e il capitale umanoè fondamentale proteggere i diritti di proprietà, senza i quali sarà complesso (impossibile) innovare e creare sviluppo economico.

DIRITTI DI PROPRIETÀ: INDICE IN CALO 

Come dimostrato nell’International Property Rights Index, l’Italia ha imboccando una pericolosa strada di regressione nella capacità di proteggere i diritti di proprietà. Rispetto al 2021, il Paese ha perso due punti nella classifica globale, scendendo al 46esimo posto. Per avere qualche metro di riferimento su scala mondiale, è preceduto da Giordania, Costa Rica e Slovacchia ed è appena una posizione sopra la Cina (seguita da Sud Africa e Brunei). Un segnale allarmante, che amplia la distanza con gli Stati che trainano l’innovazione – Finlandia, Singapore e Svizzera. Tuttavia, alcuni dati fanno ben sperare.

ECCELLENZA NELLA PROTEZIONE DEI BREVETTI   

L’Italia genera il 2,5% dei brevetti nel mondo. Nel 2022, il Paese si è posizionato all’undicesima posizione per il numero di brevetti internazionali depositati all’European Patent Office (EPO): 4.864. Si tratta del secondo dato più alto di sempre, inferiore solo al record del 2021. Un dato che conferma la capacità del Paese di competere con i leader globali.

MA NON È TUTTO ORO QUEL CHE LUCCICA  

Ampio è il margine di miglioramento. Molte Pmi, che costituiscono la base del sistema economico italiano, non sono ancora consapevoli dell’importanza di proteggere le proprie intuizioni. Manca una cultura manageriale di prevenzione e un sistema nazionale di intervento rapido in caso di violazione della legge. È vero, le norme ci sono ma le spese legali per un contrattacco efficace non sono alla portata di molte imprese, che rischiano di rimanere indifese. L’Italia potenzi la sua cultura di protezione della proprietà intellettuale, fornendo maggiori informazioni e risorse a Pmi e microimprese.

UNA GRANDE OCCASIONE  

L’assegnazione a Milano della terza sede del Tribunale Unificato dei Brevetti rappresenta – almeno a prima vista – una grande occasione per il Belpaese. Se non fosse che si parla di sede “più leggera”. Vale a dire con un perimetro di competenze più ristretto rispetto a quello che si sarebbe profilato a Londra. Senza le competenze in ambito farmaceutico e chimico – che Francia e Germania vogliono gelosamente custodire per sé – la sede italiana si ridurrebbe a scatola vuota, incapace di generare un indotto economico

CALL TO ACTION   

L’Italia non può permettere che questo avvenga. Per questo, Competere, insieme alla Property Rights Allianceha redatto una lettera aperta sottoscritta da oltre trenta accademici, studi legali e think tanks, per invitare le forze politiche a adoperarsi affinché dal 1° giugno Milano possa diventare la terza sede del Tribunale Unificato dei Brevetti a pieno titolo. Con tutte le deleghe che le spettano. Solo così l’Italia diventerà un hub di innovazione. Solo così il Paese dimostrerà il ruolo economico che rappresenta all’interno dell’Unione. 

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Image credits: courtesy of the Ottawa Business Journal  >>>

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