- 1 July 2025
- Posted by: Competere
- Category: Lidea

Quando la biodiversità si coltiva sul campoL'IDEA DI EMILY MEIJAARD ED ERIK MEIJAARD*
Quando pensiamo al monitoraggio della biodiversità, spesso immaginiamo ricercatori in kaki con binocoli e clipboard. Ma se i veri custodi della fauna selvatica nei paesaggi caratterizzati dalle piantagioni di olio di palma non fossero scienziati, bensì le persone che ogni giorno lavorano in quei territori?
È da questa idea che nasce PENDAKI, un programma rivoluzionario legato al settore dell’olio di palma, avviato nel 2019 dall’azienda indonesiana PT Austindo Nusantara Jaya e oggi giunto al suo sesto anno di attività. Un’iniziativa che sta ridefinendo il concetto di sostenibilità: non più solo un processo da verificare esternamente, ma un impegno condiviso e vissuto quotidianamente da chi opera sul campo, proprio all’interno delle piantagioni.
Dalla burocrazia al potere
Ammettiamolo: soddisfare gli standard di certificazione per l’olio di palma sostenibile è una grande sfida, soprattutto per i piccoli produttori. Monitorare la fauna selvatica, valutare la salute degli ecosistemi e dimostrare che le pratiche adottate favoriscono la natura sono attività impegnative: richiedono tempo, risorse e competenze. Nella nostra esperienza, però, vengono spesso trascurate.
È qui che sistemi come PENDAKI fanno la differenza. Si tratta di un programma di scienza partecipativa, comunitario e a basso costo, in grado di generare dati affidabili per monitorare i cambiamenti in ambienti agro-ecologici.
Anziché affidare queste attività a consulenti esterni, il programma valorizza una risorsa preziosa ma poco utilizzata: le migliaia di dipendenti che lavorano ogni giorno nelle piantagioni. Dalle guardie giurate ai cuochi, dai tecnici di campo ai raccoglitori: ogni dipendente diventa un potenziale scienziato cittadino, dotato degli strumenti per registrare avvistamenti di fauna selvatica in tempo reale.
190.000 osservazioni e in continua crescita
Fin dal suo lancio, PENDAKI ha coinvolto quasi 4.000 dipendenti dell’azienda, che hanno contribuito con quasi 190.000 osservazioni di animali e piante selvatiche. Di queste, circa il 70% è stato verificato come accurato da esperti, un risultato notevole considerando che molti partecipanti non avevano alcuna formazione scientifica.
Tra gli avvistamenti raccolti, spiccano 679 registrazioni di oranghi e centinaia di altre specie di uccelli,mammiferi e piante, la maggior parte delle quali osservate all’interno delle piantagioni di olio di palma piuttosto che nelle foreste tropicali protette. Un segnale chiaro: con una gestione attenta, agricoltura e biodiversità possono coesistere.
Più che semplici dati
PENDAKI, però, non è solo una questione di numeri. È un programma che mette al centro le persone. Senza il coinvolgimento reale di chi lavora ogni giorno sul campo, i progetti ambientali rischiano di ridursi a semplici adempimenti formali – spunte da inserire nei report ESG – senza reale impatto.
È proprio qui che brillano le iniziative partecipative. Nel caso di PENDAKI, il riconoscimento interno e la possibilità di diventare “Campione PENDAKI” hanno generato una motivazione iniziale, poi rafforzata dalla partecipazione quotidiana. Il risultato? Un nuovo senso di appartenenza e responsabilità.
Uno dei pilastri del programma: lo sviluppo delle competenze e il ruolo che ognuno svolge nella conservazione della biodiversità. Se all’inizio molti dipendenti erano scettici, col tempo hanno colto il valore del proprio contributo. L’87% di chi ha partecipato a un sondaggio interno ha dichiarato che il proprio interesse per la fauna selvatica è cresciuto significativamente grazie al programma.
Uno sguardo più ampio
Uno studio recente ha mostrato che l’impatto di PENDAKI va ben oltre la consapevolezza ambientale. Il programma ha rafforzato il coinvolgimento dei lavoratori, ha dato loro un maggiore senso di scopo e orgoglio, e ha favorito la collaborazione e la comunicazione tra i reparti aziendali.
Questi risultati dimostrano che un approccio basato sulla partecipazione e sull’empowerment può generare benefici concreti sia per l’ambiente che per il tessuto sociale. Ed è una lezione importante per chi cerca soluzioni sostenibili che vadano oltre i confini aziendali.
Perchè è importante per l’olio di palma sostenibile
Il dibattito sull’olio di palma è spesso polarizzato: buono o cattivo, distruttivo o sostenibile. Ma PENDAKI ci invita a guardare oltre queste dicotomie, mostrandoci le sfumature di verde che esistono tra gli estremi. La sostenibilità, infatti, non è solo evitare danni: significa anche creare valore, per la natura e per le persone.
Iniziative come PENDAKI trasformano la partecipazione passiva in cura attiva e consapevole. Questo senso di appartenenza è cruciale per il successo di strategie di gestione adattiva capaci di far prosperare agricoltura e fauna selvatica insieme.
Man mano che gli standard di certificazione evolvono per riflettere la complessità della sostenibilità nella pratica, integrare il monitoraggio guidato dalla comunità fornisce una soluzione applicabile su larga scala, economica e socialmente trasformativa. In definitiva, favorire la connessione tra persone e natura nei sistemi agricoli non è solo un elemento accessorio: è un pilastro fondamentale per qualsiasi strategia che voglia generare un cambiamento significativo per gli anni a venire.
Considerazioni finali
La sostenibilità non si compra: si costruisce. E quando chi lavora sul campo ha l’opportunità di guidare, monitorare e celebrare il proprio ruolo nella protezione dell’ambiente, i risultati parlano da soli.
PENDAKI non è solo un programma per la biodiversità. È un esempio concreto di come la sostenibilità, quando è inclusiva e radicata nelle comunità, possa diventare un modello replicabile – nell’industria dell’olio di palma e oltre.
*Emily Meijaard è Responsabile della Comunicazione ed Erik Meijaard è Direttore di Borneo Futures, società di consulenza con sede in Brunei che sviluppa soluzioni scientifiche per la conservazione delle foreste tropicali.
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