- 30 September 2025
- Posted by: Competere
- Category: Lidea
Spreco alimentare: trasformare l’azione in consapevolezzaL'IDEA DI ALEXANDER ACE
Il 29 settembre abbiamo celebrato la Giornata Internazionale della Consapevolezza sulle Perdite e gli Sprechi Alimentari, che ci ricorda un paradosso del mondo di oggi: mentre milioni di persone buttano via cibo, altrettanti milioni soffrono la fame. Questa contraddizione non è solo una questione etica; ha profonde conseguenze economiche, ambientali e sociali. Governi, imprese e individui riconoscono il problema, ma il cambiamento reale avviene solo quando si collegano i punti tra spreco, fame e clima. Ridurre gli sprechi porta vantaggi anche alle imprese e ne aumenta la produttività.
COMPRENDERE IL PROBLEMA: SPRECO VS. PERDITA
Spreco e perdita alimentare vengono spesso confusi. La perdita avviene durante la produzione, la raccolta e la trasformazione, prima che il cibo arrivi nei punti di vendita. Questo accade soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, dove sistemi di gestione limitati, tecnologie inadeguate e scarsi investimenti in innovazione aggravano il problema.
Lo spreco alimentare, invece, avviene quando il cibo arriva nei negozi o nelle case, e viene scartato pur essendo ancora commestibile. É un fenomeno più diffuso nei Paesi sviluppati, dove vi è un’abbondanza di cibo. In questo caso, malgrado esistano tecnologie e investimenti avanzati, il problema persiste.
UNA MONTAGNA DI SPRECHI SENZA PRECEDENTI
Oltre alle dimensioni economiche e tecniche, lo spreco alimentare è anche una questione di diritti umani: ogni pasto sprecato riflette la privazione che milioni di persone affrontano ogni giorno.
I numeri sono impressionanti. In Unione Europea, ogni persona spreca quasi 132 kg di cibo all’anno, per un totale di circa 59 milioni di tonnellate – pari a circa 132 miliardi di euro. Secondo Eurostat, le famiglie sono responsabili di oltre la metà di questo spreco (54%), seguite dai servizi di ristorazione (11%), dal commercio al dettaglio (8%) e dalla produzione primaria (8%). Una realtà ancor più drammatica se confrontata con i milioni di persone che soffrono la fame ogni giorno.
L’IMPATTO INVISIBILE SU PIANETA E PERSONE
Ogni alimento sprecato non rappresenta solo uno scarto a tavola, ma un carico aggiuntivo per il pianeta. L’UE stima che perdite e sprechi alimentari rappresentino il 16% delle emissioni totali di gas serra in Europa. Inoltre, le discariche piene di rifiuti contribuiscono al 14% delle emissioni globali di metano, un gas 80 volte più potente della CO₂. Senza contare che il cibo sprecato o perso utilizza fino al 28% di tutti i terreni coltivabili del mondo – l’equivalente di bloccare tutta la Cina. Il problema va ben oltre ciò che vediamo nei nostri bidoni: è una crisi silenziosa che colpisce il pianeta.
COSA SI STA FACENDO
L’UE ha recentemente introdotto nuovi obiettivi vincolanti di riduzione dello spreco alimentare da raggiungere entro il 31 dicembre 2030: -10% per la trasformazione e produzione alimentare e -30% pro capite per distribuzione, ristorazione, servizi alimentari e famiglie. Questi target si basano sui dati raccolti tra il 2021 e il 2023. Gli Stati membri avranno l’obbligo di garantire che gli operatori economici favoriscano la prevenzione dello spreco e la donazione di cibo invenduto ma commestibile. Politiche che aprono spazio a una maggiore efficienza e innovazione nelle filiere, ad esempio attraverso sistemi di refrigerazione più avanzati.
Negli Stati Uniti, dal 2015 è in atto un piano per dimezzare lo spreco alimentare pro capite (da 328 libbre all’anno a 164 entro il 2030), in linea con l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 12.3 delle Nazioni Unite. Per accelerare un percorso finora poco efficace, recentemente è stata avviata una collaborazione inter-agenzia tra FDA, USDA ed EPA, per educare i cittadini a ridurre le perdite e gli sprechi alimentari.
Anche in Cina sono state introdotte diverse iniziative per combattere la malnutrizione. Tra queste, un piano agricolo quinquennale, volto a ridurre le perdite produttive lungo la supply chain e massimizzare la produttività. Inoltre, gli uffici generali del Consiglio di Stato hanno fissato come obiettivo per il 2027 l’eliminazione quasi totale dello spreco alimentare nel Paese. Nello stesso periodo, è previsto che le perdite di cereali e alimenti restino al di sotto dei livelli internazionali, includendo tutti i settori di produzione, trasporto e trasformazione. In tutti questi casi, i quadri normativi stanno creando le basi per l’innovazione nelle catene di approvvigionamento, al fine di costruire un futuro più sostenibile.
LE NOSTRE AZIONI CONTANO: COSA POSSIAMO FARE?
A Competere crediamo che il cambiamento sia possibile e che anche piccoli passi possano fare la differenza, se guidati da politiche adeguate e sostenuti da investimenti. Insieme, possono creare le condizioni per innovazioni lungo tutta la filiera. I produttori possono adottare tecniche avanzate, investire in agricoltura resiliente e aiutare le piccole imprese a rispettare gli standard di sostenibilità.
Nella trasformazione e distribuzione, una miglior gestione della catena del freddo – come le tecnologie di refrigerazione sviluppate da Trane Technologies – insieme ad analisi predittive basate su IA e imaging iperspettrale di innovatori come Zest e Neolithics, stanno migliorando l’efficienza e prolungando la shelf life grazie a imballaggi innovativi.
Anche i consumatori possono contribuire conservando correttamente il cibo, attenendosi alle liste della spesa e utilizzando app come i pianificatori digitali dei pasti o Too Good To Go per ridurre in modo significativo i propri sprechi.
Quando innovazione, investimenti e politiche adeguate si sostengono a vicenda, le fonti alimentari possono trasformarsi da causa di perdita a motore di sostenibilità per il nostro pianeta. Noi stiamo lavorando per rendere possibile questo scenario.