Zootecnia e agenda verde: tempo di un nuovo equilibrioL'IDEA DI FLAVIA DOMINGUEZ

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In un mondo alle prese con sfide sempre più urgenti — dalla crescita demografica alle crisi ambientali, fino all’insicurezza alimentare globale — l’allevamento resta una delle colonne portanti dell’agricoltura europea. Non è solo una fonte di cibo: è presidio del territorio, motore economico, custode di tradizioni e alleato strategico nella transizione ecologica. Un settore che, oggi più che mai, merita visione, supporto e riconoscimento.

La sicurezza alimentare e una domanda in crescita

Il futuro dell’alimentazione mondiale può davvero prescindere dalle proteine animali? Queste ultime sono essenziali in una dieta equilibrata: favoriscono la crescita, la rigenerazione cellulare, il metabolismo energetico e supportano l’attività del sistema immunitario. Sono inoltre fondamentali per la robustezza di ossa e muscoli, per una buona fertilità e per il corretto funzionamento del cervello. Sebbene le proteine vegetali siano spesso considerate un’alternativa, presentano in realtà alcune carenze significative: sono prive di diversi amminoacidi essenziali e il ferro che contengono è molto meno biodisponibile – l’organismo ne assorbe solo il 4-5%, rispetto a circa il 20% del ferro presente nella carne. Inoltre, non offrono un’alternativa credibile di fronte a una popolazione globale che entro il 2050 raggiungerà i 9,7 miliardi di persone.

In questo contesto, la zootecnia svolge un ruolo strategico non solo produttivo, ma anche ambientale ed economico. Trasforma risorse non edibili – come sottoprodotti agricoli e terre marginali – in alimenti nutrienti, riducendo gli sprechi e favorendo un uso efficiente del suolo in ottica circolare. Una dieta che include proteine animali contribuisce così non solo al benessere individuale, ma anche alla salute pubblica.

Lungi dall’essere un ostacolo alla sostenibilità, la zootecnia è una risorsa chiave per la sicurezza alimentare, la tutela del paesaggio e la vitalità delle aree rurali. Con una domanda globale di proteine animali in forte crescita, il settore deve essere accompagnato nell’innovazione e nella transizione ecologica – non abbandonato.

Un pilastro economico

Il settore zootecnico europeo contribuisce con oltre 207 miliardi di euro in valore della produzione e garantisce 4 milioni di posti di lavoro, a dimostrazione della sua importanza per l’economia e la resilienza regionale.

La zootecnia rafforza anche l’autonomia strategica dell’Europa, riducendo la dipendenza dalle importazioni alimentari e contribuendo alla sicurezza degli approvvigionamenti.

La sostenibilità passa dall’agricoltura circolare

Contrariamente ai luoghi comuni, l’allevamento — se gestito in modo responsabile — può contribuire in modo significativo alla sostenibilità ambientale. Favorisce la fertilità del suolo grazie ai fertilizzanti naturali, aumenta il sequestro di carbonio nei pascoli ben curati e sostiene la biodiversità. I sistemi a pascolo, inoltre, svolgono un ruolo cruciale nella gestione sostenibile del territorio, contribuendo a prevenire disastri naturali come incendi e alluvioni.

Il metano prodotto dai ruminanti, spesso al centro del dibattito climatico, appartiene a un ciclo biogenico a breve termine, ben distinto dalle emissioni di origine fossile. Inoltre, inserito in modelli di agricoltura circolare, il settore zootecnico ricicla nutrienti, produce energia rinnovabile e contribuisce alla salute degli ecosistemi.

Indebolire questo settore significherebbe mettere a rischio un motore fondamentale di innovazione, coesione sociale e tutela ambientale. Le politiche dell’UE devono quindi armonizzare obiettivi alimentari, energetici e ambientali in un approccio olistico.

Serve una concorrenza leale

Gli allevatori europei sono tra i leader mondiali per standard ambientali e benessere animale, ma si trovano spesso a fronteggiare una concorrenza sleale da parte delle importazioni e del nascente mercato delle alternative sintetiche o coltivate in laboratorio. Questi sostituti, infatti, sfuggono in molti casi a controlli rigorosi e mancano di trasparenza riguardo ai loro reali impatti ambientali e sociali.

Per garantire un sistema alimentare giusto e sostenibile è fondamentale garantire un’etichettatura chiararegole commerciali eque e investimenti nelle infrastrutture rurali per proteggere i mezzi di sussistenza agricoli e l’integrità del sistema alimentare.

La strada da seguire: innovazione e collaborazione

Nonostante le sfide – dalle pressioni di mercato all’incertezza climatica – il settore zootecnico europeo dimostra resilienza e capacità di adattamento. Il suo progresso passa da cooperazione, innovazione tecnologica e una regolamentazione equilibrata che supporti chi opera sul campo. Un coordinamento a livello UE, ad esempio con una task force dedicata, potrebbe allineare meglio le politiche alle esigenze degli allevatori, offrendo strumenti concreti per la transizione ecologica ed economica.

In questo contesto, anche l’innovazione nelle proteine alternative ha un ruolo da svolgere e va sostenuta. Tuttavia, al momento, non rappresenta un’alternativa autonoma né scalabile. Per questo, l’allevamento resta centrale in un sistema agroalimentare sostenibile e sicuro.

L’allevamento, infatti, non è solo un’attività produttiva: è parte integrante del patrimonio culturale, ambientale e nutrizionale europeo. Un valore che merita una strategia lungimirante, capace di riconoscerne la multifunzionalità e di sostenerne il futuro.

 

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