L’Italia è una Repubblica.L'idea di Pietro Paganini

Vogliamo celebrare con Voi il Primo Maggio, e raccogliere la sfida di ripensare il lavoro. 

BUON PRIMO MAGGIO 🌈 Ha ancora senso festeggiare il lavoro e i lavoratori? Si, purché alla tradizionale celebrazione della classe operaia – che è praticamente estinta – si preferisca una sana riflessione su quanto sta avvenendo nel mondo del lavoro.

L’ITALIA E’ UNA REPUBBLICA FONDATA SUL LAVORO è ancora valida questa affermazione? Potrebbe essere fondata sul lavoro dei robot, così come potrebbe essere fondata sul lavoro che non è, però, tenuta a dare.

IL LAVORO VA RIPENSATO e dobbiamo farlo con coraggio, senza ancorarci a vecchi dogmi che, ci piaccia o no, oggi hanno poco senso, a cominciare dal fatto che il lavoro possa essere un diritto o un fattore di dignità. Non significa umiliare e impoverire il cittadino ma, al contrario,  trovare nuove formule che ci aiutino ad essere più liberi e prosperi, nel tentativo tortuoso di costruire una convivenza migliore.

PERCHE’ E’ IMPORTANTE?   Da quanto riusciamo a produrre lavorando dipende, anche e soprattutto, il nostro benessere, che tuttavia è legato a diversi fattori tra cui i salari, la tipologia dei contratti, la continuità temporale, l’apprendimento e la qualifica, il welfare, e molti altri.

FRAMMENTAZIONE   Le radicali e rapide trasformazioni – tecnologiche, soprattutto – che stiamo vivendo nella fase storica corrente hanno sconvolto l’equilibrio tra questi fattori. Non si tratta soltanto dell’avvento del lavoro flessibile o precariato come è definito comunemente. Le tipologie di contratto stanno cambiando perché i lavoro sta diventando sempre più frammentato, cioè godiamo della grande opportunità dell’autonomia (self employed) ma anche i rischi psicologici e sociali che da essa potrebbero derivare, a cominciare dal livello salariale.

Così noi cittadini ci troviamo a godere dell’autonomia e della flessibilità ma con salari molto bassi, ai quali ci dobbiamo adattare, diventando consumatori di prodotti a basso costo. Sono gli stessi prodotti che contribuiamo a mettere sul mercato attraverso il lavoro frammentato e a basso costo.

NON E’ STORICISMO  Noi cittadini Liberali dobbiamo usare il nostro metodo per comprendere i fatti, diagnosticarli e provare a dare delle soluzioni. I modelli di business che si stanno imponendo oggi e che sono un sacrosanto prodotto della competizione e del mercato, sono però distorti. Offrono delle grandi opportunità ma sono anche una minaccia per l’innovazione stessa, oltre che una pericolosa bomba sociale. Non riconoscere queste difficoltà e non trovare quindi delle soluzioni corrisponde al rifiuto del Liberalismo quale metodo. Da qui il ritorno delle politiche idealiste e storiciste che illudono i cittadini con il sogno di una società giusta e perfetta.

IL LIBERALISMO NON E’ IN CRISI  perché le crisi fanno parte del Liberalismo stesso quale metodo che avanza per prove ed errori, a piccoli passi. Ma è certamente nella fase in cui ha riscontrato un errore e fatica a trovarne la soluzione.

I ROBOT SONO QUI  ma stanno sconfessando le previsioni nefaste che gli studi delle aziende di consulenza, in primis, ci hanno propinato negli ultimi anni. Abbiamo quindi tempo, seppure poco, per affrontare questa sfida.

Buon Primo Maggio

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