Sostituire l’olio di palma? Non è una scelta sostenibileDI LUCREZIA ZAMBUSI
- 30 May 2025
- Posted by: Competere
- Category: Sustainable Oils & Fats

Due studi scientifici smontano i falsi miti: sostituire l’olio di palma aumenta l’impatto ambientale.
Nel dibattito sul rapporto tra alimentazione e ambiente, uno degli argomenti più discussi riguarda l’impatto degli oli vegetali. In particolare, l’olio di palma continua a essere oggetto di critiche infondate, spesso accusato di essere tra i principali responsabili della deforestazione tropicale. Ma cosa accadrebbe se lo eliminassimo?
Un recente studio dell’International Union for Conservation of Nature (IUCN) afferma che tutti gli oli vegetali, incluso quello di palma, sono necessari, sollevando una questione centrale: come coniugare la crescente domanda di oli vegetali con la necessità di tutelare foreste, biodiversità e clima? Il report evidenzia i paradossi del sistema agroalimentare globale, mettendo in luce come l’olio di palma, se prodotto responsabilmente, possa essere parte della soluzione, non del problema.
UN SISTEMA ALIMENTARE SQUILIBRATO
Il paradosso del sistema agroalimentare contemporaneo è evidente: oggi si produce abbastanza cibo per nutrire 10 miliardi di persone, a fronte di una popolazione mondiale di circa 8 miliardi. Eppure, un terzo del cibo viene sprecato lungo l’intera filiera e la distribuzione resta fortemente diseguale: 815 milioni di persone soffrono la fame, mentre oltre 2,1 miliardi sono obese o sovrappeso.
A questo si aggiunge l’impatto ambientale: complessivamente, il sistema agroalimentare è responsabile del 23-42% delle emissioni globali di gas serra, con un aumento da 14 a 17 GtCO₂ all’anno tra il 1990 e il 2018. Il risultato? Un sistema altamente inefficiente e dannoso per il clima.
IL RUOLO DEGLI OLI VEGETALI
La produzione globale di oli vegetali supera i 200 milioni di tonnellate all’anno. L’olio di palma e di palmisto rappresentano oltre il 40% del totale, seguiti da olio di soia (28%), colza (12%) e girasole (9%). L’olio di oliva, pur centrale nella dieta mediterranea, incide appena per il 2%.
Secondo la EAT-Lancet Commission, una dieta equilibrata e sostenibile dovrebbe includere circa 40 grammi al giorno di oli insaturi, di cui 6,8 possono essere forniti dall’olio di palma.
OLIO DI PALMA: DEMONIZZAZIONE O OPORTUNITÀ?
Con la popolazione mondiale destinata a raggiungere i 9,8 miliardi entro il 2050, la domanda di oli vegetali aumenterà del 67%. Diventa quindi fondamentale conoscere e valutare attentamente le conseguenze ambientali delle nostre scelte, evitando gli errori del passato. Come è avvenuto in alcune aziende, che, di fronte al dibattito sull’olio di palma, hanno deciso di sostituirlo con alternative come soia, colza o girasole, senza considerare l’opzione certificata sostenibile. In questo contesto, lo studio del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC) “Pressure on Global Forests: Implications of Rising Vegetable Oils Consumption Under the EAT-Lancet Diet” pubblicato su Global Change Biology , ha modellato quattro scenari di sostituzione dell’olio di palma (0%, 25%, 50%, 100%).
Il risultato è chiaro: maggiore è la sostituzione dell’olio di palma, maggiori sono la perdita di foreste e le emissioni climalteranti. Una sostituzione totale richiederebbe fino a 148 milioni di ettari di nuove coltivazioni e genererebbe fino a 1,5 Gt di CO₂eq annue.
Questo perché l’olio di palma ha una resa fino a 3,4 t/ha, superiore rispetto a colture come soia, colza o girasole (0,3–0,7 t/ha). Rinunciarvi, quindi, significa utilizzare molto più suolo agricolo, aumentando la pressione sugli ecosistemi.
VERSO UNA STRATEGIA INTEGRATA E SOSTENIBILE
I dati parlano chiaro: sostituire l’olio di palma con altri oli vegetali non è sostenibile.
Una sostituzione totale comporterebbe un uso molto più esteso del suolo agricolo e maggiori emissioni climalteranti. Per questo, la vera soluzione non risiede nell’esclusione dell’olio di palma, ma in una produzione sostenibile, supportata da filiere tracciabili e da sistemi di certificazione rigorosi – criteri che dovrebbero essere applicati anche agli altri oli vegetali.
È necessario adottare un approccio integrato, basato su evidenze scientifici. Prodotto responsabilmente, l’olio di palma sostenibile può essere un alleato chiave per un’agricoltura efficiente e rispettosa dell’ambiente, capace di rispondere alla crescente domanda alimentare senza compromettere il futuro delle foreste.
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