Globalizzazione, una Nuova Occasione per la Contraffazione?Globalizzazione: una Nuova Occasione per la Contraffazione? Il Caso dell'Industria Italiana della Moda

di Giammarco Brenelli

Il diritto industriale riguarda la definizione e la tutela delle idee nuove applicate all’industria. Esso si è storicamente sviluppato parallelamente alla rivoluzione industriale, prima nei singoli Stati e poi nell’ambito di Convenzioni internazionali. Con l’avvento della globalizzazione si sono creati vuoti giuridici di tutela delle idee e dell’innovazione, tanto che lo sviluppo globale ha portato con sé il “frutto avvelenato” di una più forte occasione di contraffazione.

Secondo l’OCSE, il giro di affari della contraffazione era valutato nel 2009 come ricompreso tra il 7 e il 9% sul totale, mentre l’aumento tendenziale era stimato del 1.850% tra il 1994 e il 2011. Ciò ha portato ad una diminuzione di posti di lavoro nel mondo di circa 270 mila unità, di cui 125 mila nella sola Unione Europea. La banca mondiale, da parte sua, stima il valore della contraffazione in 350 miliardi di dollari. In Italia, secondo il CENSIS, nel 2012 il fatturato illecito della contraffazione stimato era pari ad oltre 6,5 miliardi di euro, mentre i settori più colpiti risultano essere quelli dell’abbigliamento e degli accessori, il comparto CD, DVD e software e il settore alimentare.

Come dimostrano i dati, i facili ed ingenti profitti derivanti dalla contraffazione hanno attratto la criminalità organizzata, con conseguente necessità di tutela uniforme e continuo aggiornamento dei rimedi. Mentre l’UE ha ancora limitazioni all’intervento, alcuni ordinamenti interni già reagiscono. L’Italia, per parte sua, è intervenuta nel 2009 con nuovi strumenti probatori e cautelari efficaci ancor prima del processo. Sotto il profilo penale, la protezione non solo di marchi e brevetti, ma dell’intero patrimonio del know-how aziendale è oggi più forte nella normativa e risulta accentuato il ruolo dell’iniziativa delle società danneggiate e dei loro difensori.

Proprio il know-how, oggi, è diventato ancor più oggetto di tutela da parte degli strumenti legali. Al segreto industriale, inteso come patrimonio cognitivo ed organizzativo necessario per la costruzione, l’esercizio e la manutenzione di un apparato industriale, la legge riconosce una protezione che va al di là di quanto oggetto di brevetto, tutelando il diritto a conservare segretezza su tutte quella generalità di informazioni aziendali frutto di uno sforzo intellettuale indipendente e non disponibili alla generalità dei terzi. La conoscenza nella sua dimensione scientifica (Know-why) e nella sua dimensione tecnica (Know-how) infatti ha un costo di ricerca molto alto, ma una volta prodotta può essere “riprodotta” a costi bassi, senza dare luogo a scarsità, come avviene per gli altri fattori dell’economia (lavoro, materie prime, capitale).

Oggi si deve auspicare che vada diffusa tra i Governi e le Organizzazioni Internazionali la consapevolezza che il contrasto alla contraffazione costituisce una priorità e che deve cessare una certa persistente tendenza a sottostimare la gravità del fenomeno. non solo perché la tutela della proprietà industriale è storicamente e attualmente un fattore di benessere per i cittadini del mondo, ma perché l’immenso traffico dei falsi è ormai gestito dalle organizzazioni criminali che lo utilizzano per riciclare ed investire i fondi provenienti da altre attività illecite e che possono cambiare le regole del mercato ed influenzare l’economia e la politica.

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Globalizzazione, una nuova occasione per la contraffazione

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