Agricoltura 4.0, Per Sostenere l’Eccellenza ItalianaL'idea di Competere

Alla vigilia del World Pasta Day 2017 è più che mai necessario proporre una riflessione sul simbolo dell’eccellenza italiana – la pasta – e inquadrare le azioni future tenendo d’occhio le sfide globali.

Il grano italiano è mediamente di qualità inferiore rispetto a quello canadese o americano, inoltre la produzione è eccessivamente frammentata: troppi proprietari con i loro perimetri coltivabili, troppe macchine e attrezzature e poche strategie di produzione. Il risultato è una filiera caotica che rischia di essere polverizzata dall’ordine e dalla disciplina dei competitor internazionali.

Il nocciolo della questione deve essere quindi spostato non tanto sulla quantità di grano italiano prodotto – che non è comunque sufficiente al fabbisogno totale della popolazione – ma sulla sua qualità. Può venirci in aiuto l’agricoltura di precisione. L’utilizzo o la scoperta di nuovi terreni coltivabili non è mai stato determinante per l’aumento della produzione, fattore legato più all’innovazione che all’espansione: tra il 1961 e il 2005 il 77% dell’aumento nella produzione agricola è dovuto all’aumento della resa, mentre appena il 14% è riconducibile alla scoperta di nuovi terreni coltivabili (Banca Mondiale, 2011).

L’agricoltura di precisione può letteralmente cambiare il volto del Made in Italy: i campi, gli allevamenti e le industrie della trasformazione primaria, stanno diventando dei veri e propri laboratori dove sperimentare le infinite potenzialità della digital transformation.

Sulla base delle informazioni che i coltivatori possono ottenere dalle macchine agricole con GPS e dai big data, diventa possibile:

  • registrare le differenze nella fertilità del suolo;
  • monitorare i tassi di crescita
  • esaminare la presenza o meno di malattie;
  • ridurre l’utilizzo di pesticidi e nutrienti;
  • minimizzare eventuali danni ambientali.

Gli agricoltori che hanno già implementato strumenti di precisione per affinare le tecniche agricole più innovative, hanno ottenuto dei risultati tangibili:

  • in Germania è stato ridotto del 15% l’utilizzo dei fertilizzanti senza intaccare la resa della produzione alimentare;
  • in Gran Bretagna, dove circa un quarto delle aziende utilizza l’agricoltura di precisione, i coltivatori risparmiano ogni anno circa 854 sterline grazie ai trattori intelligenti (Nesta, 2015).

La qualità non dipende dall’aumento delle aree destinate all’uso agricolo, aumento che spesso si traduce in deforestazione e disastri ambientali, bensì dall’innovazione. I principali vantaggi legati all’aumento della resa produttiva dipenderanno fortemente dall’agricoltura di precisione e dalle tecnologie dedicate alla biologia sintetica.

È chiaro però che a questo devono essere abbinate riforme istituzionali adeguate (magari una nuova legge agraria?), una maggiore accessibilità ai finanziamenti, che non siano però soltanto incentivi all’acquisto di macchinari spesso rimasti inutilizzati da agricoltori privi di competenze adeguate, e da migliori infrastrutture.

È un discorso corale che deve tenere in considerazione la produttività, la sostenibilità e le comunità. Investire in conoscenza e tecnologia agricola ci aiuterebbe a fornire le risposte adeguate alle preoccupazioni ambientali, alle pressioni sulle risorse naturali e al degrado della biodiversità.

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