Blockchain. La sfida dell’era digitale è iniziata

Un estratto dell’analisi di Umberto Cucchi per Formiche sul tema della Blockchain.

“La tecnologia della blockchain è stata a lungo trascurata in Italia dall’agenda politica. Essa è una struttura dati condivisa e immutabile la quale si basa su tre concetti nodali:

• sicurezza;
• trasparenza;
• decentralizzazione.

Il nostro Paese è rimasto indietro nel settore digitale. Nelle diverse classifiche internazionali occupiamo spesso le ultime posizioni per quanto riguarda i livelli di digitalizzazione. Lo sviluppo della tecnologia della blockchain offre un ventaglio di opportunità in grado di assicurare: maggiore tracciabilità, riduzione delle frodi, protezione efficace di dati sensibili e miglioramento dei servizi al cittadino e alle imprese.

Il governo, nei prossimi mesi, ha dichiarato di volersi muovere verso due output:

• Il primo – di carattere strategico – con l’introduzione di un piano nazionale sulla blockchain ed il conseguente lancio di una call per la creazione di un gruppo di 30 esperti;

• Il secondo – di carattere economico – con la messa a disposizione di fondi volti a promuovere progetti legati a questa tecnologia.

A livello internazionale, l’Italia è entrata nella European Blockchain Partnership da circa un mese. Questa iniziativa è solo un primo step per lo sviluppo di soluzioni pilota riguardanti i certificati fiscali legati agli scambi doganali ed al riconoscimento automatico dei titoli di studio attraverso la blockchain.

Allo stesso modo, Europa Digitale, il primo programma digitale paneuropeo che la Commissione intende attuare per il periodo 2021-2027, rappresenta un’occasione da sfruttare con la massima attenzione.

Gran parte della futura relazione Italia-Blockchain verrà impostata dalla strategia nazionale. Il governo non può sottovalutare le molteplici opportunità che questa struttura dati offre. Un piano mirato e comprensivo potrà regolamentare diversi aspetti dell’economia pubblica e privata dalla gestione degli scambi energetici, alla tutela dei dati della Pa o della proprietà intellettuale, dalla regolamentazione di smart contracts alla gestione della spesa sanitaria o delle cartelle cliniche fino alla tutela del made in Italy.

Limitare gli investimenti nella blockchain o farli in maniera approssimativa dimostrerebbe scarsa lungimiranza politica ed economica. Senza strutture e competenze avanzate, né imprese né cittadini potranno affrontare le sfide dell’era digitale e beneficiare del suo potenziale.”

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