Energia e Clima: Il Futuro è Pulito

Il Governo, con il Piano Nazionale ‘Clima ed Energia’, può porre le energie rinnovabili al centro della transizione energetica. Una occasione che non va persa.

Con la manovra economica pressoché delineata, il Governo sarà a breve impegnato su nuovi banchi di prova. Le risposte alle sfide energetiche e climatiche del futuro, partono dal Piano Nazionale ‘Clima ed Energia’, che il governo dovrà presentare entro la fine dell’anno.  Sulla base dello storico accordo di Parigi, istituzioni europee e paesi membri dell’Unione hanno stabilito alcuni target fondamentali da raggiungere entro il 2030.

PERCHÉ È IMPORTANTE   L’attuale esecutivo ha annunciato di voler porre le rinnovabili al centro della transizione energetica. Il target stabilito dall’UE consiste principalmente nel raggiungere il 32% del consumo finale di energia tramite fonti rinnovabili. Oggi, in Italia, le rinnovabili raggiungono il 17.6% del fabbisogno energetico nazionale in linea con le medie Europee. Per raggiungere il target del 32% serve uno sforzo importante e un piano coraggioso.

Secondo i dati del Gestore Servizi Energetici (GSE) relativi all’ultimo quinquennio, la crescita media annuale delle rinnovabili si attesta intorno allo 0.4% di terawatt/ora. Dati il fabbisogno e i consumi attuali, per raggiungere il target prefissato servirebbe invece una crescita pari all’1.2% di terawatt/ora ogni anno. Certamente, ove i consumi di energia non venissero ridotti, la mole di energia proveniente da fonti rinnovabili dovrebbe crescere maggiormente. Questo scenario rende la Strategia Energetica Nazionale del precedente Governo Gentiloni parzialmente superata e rivedibile.

INNOVAZIONE È CLIMA   L’interconnessione delle sfide energetiche e climatiche con quelle dell’innovazione e dello sviluppo regala spunti interessanti. La riduzione di costi legata all’automazione tecnologica permette alle alternative rinnovabili di vincere il confronto con le fonti tradizionali. Negli ultimi 5 anni, grazie ai processi di robotizzazione e digitalizzazione i posti di lavoro a livello mondiale di questo settore sono raddoppiati.

Un recente report delle Nazioni Unite prevede la creazione di circa 65 milioni di posti di lavoro grazie ad un concreto avviamento delle politiche climatiche su scala locale e mondiale. Un esempio positivo è proprio quello italiano dove nel 2017 sono stati creati 100 mila posti di lavoro legati alle attività di realizzazione e gestione degli impianti per le rinnovabili.  Concentrare maggiori sforzi su queste ultime significa anche investire in nuovi posti di lavoro e contribuire alla crescita delle Pmi italiane.

LE OPPORTUNITÀ   Questa occasione non va persa. La necessità di policy più efficaci ed efficienti e il raggiungimento dei nuovi Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite (il n.7 è interamente dedicato al tema) devono essere la spinta per una nuova strategia energetica. Il Governo attraverso il Piano Nazionale ‘Clima ed Energia’ può e deve sostenere maggiori investimenti per la produzione di energia derivante da fonti rinnovabili, concentrandosi su di un progressivo processo di decarbonizzazione.

Ad oggi, circa l’88% degli investimenti Italiani sono rivolti verso l’estero – in particolar modo verso il continente americano – mentre in Italia le centrali sono datate e poco funzionali per le sfide del futuro.  Allo stesso tempo, urge investire nella transizione verso la mobilità elettrica per il trasporto urbano e nazionale. Un primo passo importante anche per sensibilizzare e coinvolgere i cittadini. Le sfide sono molteplici, ma altrettante sono le opportunità. Speriamo che questo Governo sappia coglierle e valorizzare l’intero settore.

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