Prezzi dei farmaci: la ricetta italiana è sbagliata

Il Governo italiano vuole ridurre il costo dei farmaci e migliorarne l’accesso, obbligando le aziende farmaceutiche a svelare la composizione del prezzo dei medicinali. La trasparenza è la via da seguire ma con intelligenza. La proposta italiana finisce per danneggiare il nostro paese colpendo l’innovazione e aumentando la spesa sanitaria. 

PERCHÈ È IMPORTANTE?    L’obiettivo è lodevole: rendere i farmaci più accessibili e ridurre l’onere finanziario sui sistemi sanitari. Le modalità e i principi su cui questa proposta si fonda sono pericolosi e potrebbero avere conseguenze negative, soprattutto per paesi come l’Italia.

IL PROBLEMA C’È    L’accesso alle cure e il costo per i sistemi sanitari sono un problema ben presente anche nei paesi avanzati. Va affrontato. Le soluzioni fino ad ora adottate, come la discriminazione de prezzo attraverso sconti riservati dall’industria, hanno prodotto risultati importanti ma non hanno risolto il problema della disponibilità delle cure. Così come è innegabile che nelle negoziazioni sul prezzo dei farmaci esistono delle evidenti asimmetrie informative.

TRASPARENZA POPULISTA   Per la Ministra Grillo, con il supporto dell’AIFA, la trasparenza è lo strumento per stanare le multinazionali del farmaco che speculano sul prezzo delle cure per arricchirsi alle spalle dei malati e dei sistemi sanitari. la formazione del prezzo si negozia ad armi pari con le aziende produttrici.

CONTRO LA LIBERA INIZIATIVA   la divulgazione dei prezzi minaccia le dinamiche della libera iniziativa, cioè interferisce con la libertà di fare e concorrere. E’ un pericolo anche per  la protezione del know how, della proprietà intellettuale e dei dati, altri fattori importanti della sfera individuale. Le aziende coinvolte sono soggetti privati, le modalità con cui formulano il prezzo di un prodotto non è un problema dello Stato finché non si manifestano cartelli o modalità contrarie ai principi del mercato stesso. Se passasse questa proposta ci troveremmo difronte ad una posizione di controllo del prezzo da parte dei governi con l’avvallo della burocrazia internazionale dell’OMS.

In questo modo si limita la libera iniziativa e di impresa per assegnare il potere di controllo all’OMS che ha dimostrato nel tempo di non comprendere il ruolo degli incentivi di mercato nel promuovere l’innovazione.

NON SOLO QUESTIONE IDEOLOGICA     con questa iniziativa il Governo italiano si illude di facilitare l’accesso ai farmaci e di ridurre il costo per il sistema sanitario nazionale. E’ FALSO. Lo Stato italiano pagherebbe di più. Proprio per il complesso meccanismo di formulazione dei prezzi l’Italia si troverebbe a pagare di più rispetto al suo PIL, numero di cittadini e potere d’acquisto. Così anche i paesi in via di sviluppo.

BIOTECH KNOCKED OUT    ci si preoccupa dei cittadini da malati, ma mai dei cittadini che lavorano, e quindi delle imprese, che in questo caso, producono cure. E’ nell’interesse delle attività imprenditoriali investire per produrre cure migliori e renderle disponibili. E’ soprattutto il fiorente biotech italiano a rischiare di pagare il prezzo più alto di questa follia rivoluzionaria.

il Governo ha il pregio di aver colto il problema, a differenza dei precedenti, sempre miopi ai problemi dei cittadini. Purtroppo, ancora una volta, non sa produrre la soluzione migliore per la convivenza dei cittadini, cioè l’equilibrio tra gli investimenti in ricerca per fare innovazione e sviluppare cure migliori, l’accesso ai farmaci, e le spese dello stato. E’ una soluzione difficile, ma non si trova inseguendo facili percorsi ideologici.

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