Sigaretta elettronica: quale futuro in Italia?

Martedì 18 ottobre presso l’Hotel Radisson Blu di Roma si è tenuta la tavola rotonda “Quale futuro per la sigaretta elettronica in Italia?” organizzata dai think tank Consumer Choice Center e Competere.

Al dibattito sono intervenuti: On. Massimo Garavaglia, Vice-ministro all’Economia, On. Alessandro Colucci, Segretario alla Presidenza della Camera dei Deputati, On. Daniele Capezzone, Vice-presidente dei Conservatori e Riformisti Europei, Dott.ssa Carolina Pellegrini, Membro del CdA dell’Istituto Nazional dei Tumori, Luca Bertoletti, European Affairs Manager del Consumer Choice Center, Giacomo Bandini, Direttore Generale di Competere.

Le proposte avanzate durante il convengo verranno pubblicate nei prossimi giorni sul sito di Competere.

Qui un estratto dell’analisi di Competere:

L’attuale imposta di consumo è conseguenza della bocciatura da parte della Corte Costituzionale del precedente impianto normativo che prevedeva un’aliquota pari al 58,5% del prezzo finale del prodotto (compresi i device elettronici).

La struttura fiscale attuale è stata definita seguendo un particolare meccanismo elaborato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Un provvedimento del 20 gennaio 2015, attraverso un calcolo di equivalenza rispetto alle sigarette tradizionali non basato su alcuno standard industriale o scientifico, ha stabilito un’imposta di consumo sui liquidi da inalazione che ammonta a 3,73 euro per millilitro ogni 10ml.

L’aliquota è stata successivamente modificata in base all’adeguamento del prezzo medio ponderate delle sigarette tradizionali aggiornato di anno in anni ed oggi corrisponde a 0,393 euro per millilitro. L’aliquota, valida dal Gennaio del 2015, è applicabile a tutti i liquidi destinati all’utilizzo di sigarette elettroniche. L’imposta sui liquidi non contenenti nicotina è stata sospesa a seguito del rinvio effettuato dal TAR alla Corte Costituzionale fino al novembre 2017 dove il ricorso è stato respinto.

Il gettito fiscale derivante dal settore si è sempre rivelato di gran lunga inferiore alle previsioni delle istituzioni: nel 2016 il gettito atteso era pari a 85 milioni, mentre ne sono stati raccolti circa 3,4. L’impianto della regolamentazione in questi anni è stato spesso messo in discussione con l’unico risultato di aumento dei casi di elusione fiscale ed acquisto di prodotti spesso non certificati provenienti da produttori esteri.

L’applicazione di un regime fiscale certo, seppur minimo e differenziato permetterebbe anche una separazione definitiva, dal punto di vista normativo e fiscale, del settore delle e-cig da quello del tabacco. I due mercati sono strutturalmente diversi a partire dalla tipologia dei prodotti commercializzati. Nella sigaretta elettronica si denota l’assenza di tabacco e del processo di combustione. Il processo chimico in atto è piuttosto di vaporizzazione di liquidi che possono anche non contenere nicotina.

In conclusione: si denota una frammentazione a livello regolamentare che accomuna i due segmenti (vaping e tabacco) e che ha prodotto le distorsioni illustrate.

Competere auspica una profonda modifica dell’attuale regime regolamentare del mercato della sigaretta elettronica, separato da quello del tabacco tradizionale. Questo è il punto fondamentale da cui partire per una nuova normativa che incentivi una crescita di questo settore e maggiori investimenti da parte degli operatori coinvolti.

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