G20: tornano le relazioni multilateraliL'IDEA DI ROBERTO RACE E GIANLUCA RICCIO

Il G20, partito inizialmente con poche aspettative, ha segnato invece una pagina importante delle relazioni multilaterali. Nazioni che hanno avuto relazioni burrascose in questi anni di Covid e di assenza di vertici internazionali hanno visto per la prima volta dopo tre anni incontri tra i leader.

È stato il primo G20 dopo la pandemia che ha visto tutti i leader in presenza, fuorché il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin e quello del Brasile Jair Bolsonaro, e il debutto del presidente del consiglio italiano Giorgia Meloni. La ripresa del multilateralismo passa anche dalle relazioni interpersonali dei leader e credo che si siano poste le basi per facilitare quello che poi sarà il lavoro dei diplomatici sui dossier.

Come ha dichiarato Giorgia Meloni l’esser riusciti a fare una dichiarazione congiunta sull’Ucraina è il segnale di “un riavvicinamento dell’Occidente con il resto del mondo sulla condanna netta”. Le ha fatto eco nell’immediatezza della conclusione del G20, il Professor Romano Prodi nel sottolineare “l’atmosfera ha inoltre permesso un certo riavvicinamento fra l’Occidente e il resto del mondo”.

I lavori del G20 sono il risultato di un gran lavoro preparatorio, innanzitutto da parte delle diverse delegazioni governative e dei loro instancabili sherpa.

IL B20 

Il G20 ha beneficiato anche dei risultati delle sessioni finali del B20, il business forum a cui partecipano i rappresentanti del mondo delle imprese del G20 che si è svolto a Bali poche ore prima dell’inizio del Vertice dei Capi di Stato e Governo. Un B20 che ha raccolto i frutti importanti dell’edizione italiana guidata da Confindustria e da Emma Marcegaglia nel 2021.

Nei gruppi di lavoro del B20, è da evidenziare l’importante riscontro ricevuto dal paper intitolato “Per realizzare l’agenda per la sostenibilità, è necessario superare gli ostacoli di liquidità e produttività”, documento congiunto del B20, del BIAC, Business forum del’OCSE e dell’International Organisation of Employers (IOE), l’organizzazione mondiale che rappresenta le associazioni datoriali e imprenditoriali.

Il mondo delle imprese si aspetta risposte a grandi temi globali. Il paper ha il pregio di aver colto gli aspetti cardine di questa edizione del B20 rispetto all’importanza di portare avanti gli investimenti per raggiungere gli obiettivi di Sostenibilità ribaditi sia dal G20 di Bali, sia dalla concomitante COP 27 in Egitto, ma allo stesso tempo di dover cambiare passo.  

Sia nel B20, sia nel G20 è emerso in maniera chiara che ci sia pieno allineamento su “cosa” si debba fare. Il vero tema è “come” farlo. Il documento congiunto sposta l’attenzione dai fondi necessari, portando al centro della discussione la necessità dell’efficienza produttiva e la facilità o meno per le imprese nell’accedere a tali fondi. Fondi non solo per le grandi imprese, ma soprattutto per le PMI. È emerso come sia fondamentale un modello di sviluppo innovativo e inclusivo, un “propulsore per una crescita economica sostenibile”, che consenta di realizzare gli ambiziosi obiettivi ambientali, massimizzandone allo stesso tempo la sostenibilità sociale.

Infatti, si pone al centro del “come” il ruolo fondamentale delle filiere (le Global Value Chains), senza le quali non si potrà mai generare quel volano necessario affinché questi investimenti non solo ci portino più vicini agli obiettivi di sostenibilità, ma permeino il tessuto economico ponendo al centro le PMI e il lavoro.

Una crescita economica a tutti i costi è un modello del passato, ora è fondamentale avere una crescita economica che sia sostenibile, inclusiva e duratura. Questa è impossibile senza mettere al centro le PMI e la loro efficienza produttiva.

IL RUOLO DELLE IMPRESE   

Le PMI sono il più grande datore di lavoro mondiale e senza il loro contributo non si può aspirare a una crescita economica che sia veramente sostenibile.

Tra i temi chiave da affrontare per aiutare la produttività delle imprese c’è quello di una regolamentazione finanziaria più snella. Una regolamentazione che superi il grande ostacolo della burocrazia per le imprese e sia di effettivo supporto per la loro crescita. La grande preoccupazione che è emersa dal B20 a Bali è che ci sia, al contrario, un’ondata di nuove regolamentazioni connesse al tema della sostenibilità e ai temi ESG. Preoccupazioni fondate, che rendono ancor più importante la necessità di guardare a modelli di efficienza efficaci e duraturi come il citato “propulsore per una crescita economica sostenibile“, e la necessità di sistemi regolamentari basati sull’interoperabilità tra giurisdizioni.  

È un percorso complesso ma necessario nella fase storica che stiamo attraversando, che si potrà affrontare solo partendo dalle relazioni multilaterali. La buona notizia che possiamo trarre dal G20 e B20 di Bali è che tali relazioni sono tornate al centro del policy making process.

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*Roberto Race, segretario generale di Competere e membro della Task Force Finanza ed Infrastrutture del B20
Gianluca Riccio, Vice-Presidente del Comitato Finanza del BIAC e membro della Task Force Finanza ed Infrastrutture del B20

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