Gig Economy: tra innnovazione e diritti dei lavoratori – LIVE TALKLIVE STREAMING - MERCOLEDI' 29 MARZO, ORE 18:00

Gig Economy- Tra innnovazione e diritti dei lavoratori LIVE TALK


L’innovazione tecnologica ha fatto sì che sia sempre più semplice ordinare e far arrivare a qualsiasi ora del giorno un pasto caldo. Tutto questo è possibile grazie al lavoro dei rider che con un mezzo proprio (bici, auto o moto) sono disposti a effettuare consegne per oltre sei ore al giorno, pur lavorando senza nessun contratto. Un rapporto di lavoro atipico quindi desritto dall’espressione inglese “Gig Economy”

Quello della Gig Economy è un fenomeno sociale emergente, descritto inizialmente dalla giornalista statunitense Tina Brown, che utilizzò questo termine per indicare quell’insieme di attività lavorative piccole e frammentate che contribuivano a garantire il budget personale di molti suoi conoscenti.

Il termine emerse nuovamente durante la corsa di Hillary Clinton alla Presidenza USA, che citò la Gig Economy nel contesto del proprio programma economico, tra l’altro evidenziandone i rischi in termini di protezione dei lavoratori. Qual è lo stato dell’arte della situazione? Ne abbiamo parlato con Davide Contu, rider di Milano di Just Eat, Deliveroo e Uber Eat, con Roberto Rotunno, giornalista del Fatto Quotidiano e Federico Brion, fellow di Competere e esperto di lavoro. Il prof. Pietro Paganini, presiente di Competere ha moderato l’incontro.

“Ormai è stata acclarata una tendenza delle piattaforme a selezionale sindacati interlocutori e dire ok per quelli che hanno affinità con le nostre idee, mentre gli altri vanno ignorati”, ha esordito Roberto Rotunno. “E’ successo ad esempio a assodelivery che ha sottoscritto un contratto con Ugl, ma tra lavoro è autonomo non è dipendente non deve esserci contrapposizione netta – ha proseguito il giornalista del Fatto Quotidiano – come ha detto anche la Cassazione si deve riconoscere una parte delle tutele del lavoro subordinato, anche nell’ambito di un rapporto che è formalmente autonomo”. “Le aziende hanno di fatto- ha aggiunto Rotunno – fatto fallire un tavolo ministeriale e dopodiché, obbligati dalla legge hanno individuato degli interlocutori comodi”.

“Il problema più grande è senza dubbio il cottimo – ha dettagliato il giornalista – i rider oggi vengono pagati sulla base del numero di consegne. Ogni consegna ha una tariffa, io rider sono spinto a farne quante più possibile, quindi ad andare più veloce, a non fermarmi se il tempo non è buono, a non fermarmi neanche se non mi sento in forma, neanche in caso di un problema familiare e a non fermarmi neanche per uno sciopero”. “Per alcune piattaforme esiste un algoritmo che crea il ranking, ovvero la classifica dei più bravi. Secondo il tribunale di Bologna che si è espresso con la sentenza del 30 dicembre 2020 questo algoritmo indirettamente penalizza il diritto di sciopero”, ha concluso Roberto Rotunno. La parola è quindi andata al rider Davide Contu.

“Si arriva a competere tra rider per poter lavorare. Dopo il 3 novermbre senza turni prefissati, quindi con tutti in campo, per molti, a parità di ore si è abbassata la redditività oraria”, ha spiagto Davide Contu. “I tempi passati per strada fermo sono diventati sempre più lunghi. E la retribuzione per come è stata stabilità con l’accordo con Ugl è stabilito un fantomatico 10 euro all’ora, considerando poi un tempo stabilito a priori che mi servirà per effettuare un servizio. La tariffa di quella consegna sarà quindi solo di 2,50 euro. Nonostante ritardo cucina o traffico o tempo tra una consegna e l’altra non retribuito”, ha proseguito Davide Contu.

Per Federico Brion “tutti i legislatori vanno all’inseguimento dell’innovazione, servirebbero invece interventi sistematici che vanno a toccare una pluralità di aspetti”. “Manca la conoscenza e la volontà di intervenire – ha continuato Brion –  non è vero l’argomento dell’inarrestabile innovazione”.

“Noi chiediamo tutele e diritti minimi garantiti ai lavoratori”, ha detto Davide Contu riprendendo la parola. “Siamo dei lavoratori dalle 9 del mattino fino alle 3 di notte, siamo lavoratori a tutti gli effetti e definirlo come lavoretto credo che sia sbagliato”, ha puntualizzato. “Va riconosciuto diritto allo sciopero e uscire dal ‘cottimo mascherato’, soprattutto manca una regolamentazione  seria per la contrattazione collettiva”, ha concluso il rider.

SPEAKERS

Roberto Rotunno, Giornalista del Fatto Quotidiano

Federico Brion Fellow Competere e esperto di lavoro

Davide Contu, Rider di Milano

MODERA

Pietro Paganini, Presidente di Competere.eu

rider

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