Giustizia: la lentezza dei processi penalizza l’economiaL'IDEA DI STEFANO CIANCIOTTA

La lentezza della giustizia amministrativa penalizza da sempre la competitività dell’economia italiana. Meno efficiente è la giustizia, più è difficile l’accesso al credito, peggiore è il funzionamento dei mercati, si contraggono gli investimenti. A essere svantaggiate sono soprattutto le imprese di minori dimensioni, particolarmente esposte agli effetti negativi della giustizia inefficiente.

Accelerare la riforma della giustizia civile è dunque centrale per sostenere le prospettive di crescita dell’Italia, che nel 2023 sarà il primo Paese in Europa per la produzione di ricchezza. 

I BENEFICI DI UN SISTEMA GIUDIZIARIO EFFICIENTE  

Le simulazioni condotte attraverso l’utilizzo dei modelli econometrici suggeriscono che se i tempi della nostra giustizia fossero pari a quelli della Germania, si registrerebbe non solo un aumento aggiuntivo di quasi 2,5 punti del Pil, ma anche la riduzione del tasso di disoccupazione di circa mezzo punto, per un recupero di 130mila occupati.

Crescerebbe anche l’erogazione di finanziamenti alle Pmi da parte del sistema bancario per 32 miliardi di euro di prestiti in più all’anno, con effetti positivi anche sulla sicurezza percepita.

I PILASTRI PER L’ECONOMIA E LA COMPETITIVITÀ  

Sicurezza e giustizia, infatti, sono due variabili che condizionano fortemente gli investimenti delle imprese italiane e di quelle straniere.
Una giustizia che non funziona, o che funziona male, rende insicuro l’ambiente nel quale operano le imprese, e pesa negativamente sullo sviluppo e sulla competitività di un Paese molto di più della crisi economica.

ITALIA: TUTELA DELLA PROPRIETÀ CARENTE    

Non è un caso, ad esempio, che lo studio realizzato dalla Property Rights Alliance di cui fa parte il think tank Competere, presieduto da Pietro Paganini, nell’annuale misurazione della tutela della proprietà in oltre 129 Paesi, ha collocato l’Italia al 47° posto nel mondo, tra le peggiori nella Ue, troppo distante dagli altri Paesi del G7 e dopo il Sud Africa e l’Uruguay, con un punteggio finale di 6.2 su 10. I Paesi del G7 mediamente hanno ottenuto un punteggio medio pari a 7.7.

L’indice si compone di tre voci principali che riguardano il sistema politico e giuridico, la tutela dei diritti fisici e la tutela dei diritti intellettuali. L’Italia è insufficiente nella prima voce, soprattutto per quanto concerne la stabilità politica, l’efficienza e l’efficacia della giustizia civile, oltre agli alti livelli di corruzione percepiti, mentre raggiunge la sufficienza nelle altre due. Altri punti deboli sono la tutela del copyright e la capacità di accesso al credito.

GIUSTIZIA INEFFICIENTE = ECONOMIA IMPRODUTTIVA     

Se vogliamo tornare a correre davvero, agganciando una ripresa solida e duratura, dobbiamo pertanto rimuovere i difetti strutturali della nostra economia. E le inefficienze e i ritardi della giustizia sono tra questi, anche perché rendono il sistema giustizia sempre più oneroso. 
 
Ogni anno le imprese italiane, infatti, spendono 3 miliardi di euro di costi legali e amministrativi solo per i contenziosi lavorativi. 
Le analisi della Banca d’Italia hanno indicato che se i tempi dei processi civili si riducessero della metà, le imprese più piccole riuscirebbero ad aumentare il numero medio di occupati di circa il 10%.

 

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