La Conquista delle NazioniArticolo di Umberto Cucchi

Trump vuole la Groenlandia, riaprendo una fase storica che sembrava chiusa. Ciò che è stata fatta passare come una boutade estiva, manda invece un chiaro segnale: la rincorsa Artica sta entrando nel vivo.

PERCHÉ È IMPORTANTE   Abbiamo spiegato l’importanza dell’Artico con  l’analisi dello scorso 23 Luglio. La calotta glaciale artica perderà quasi 500 miliardi di tonnellate di ghiaccio nel 2019 secondo le più recenti stime scientifiche. Le preoccupazioni per il riscaldamento della calotta polare possono diventare un’opportunità per le superpotenze globali:

  • nuove risorse energetiche;
  • nuove rotte commerciali;
  • nuove aree strategiche.

Una zona Artica navigabile potrebbe accorciare le rotte del 40% circa tra Europa e continente Asiatico. Per fare un esempio, Shanghai sarebbe raggiungibile da Amburgo navigando 3000 miglia nautiche in meno, senza passare attraverso gli stretti di Suez o Panama. Ciò comporterebbe una navigazione in acque più profonde ove impiegare navi più grandi, capaci di trasportare un numero maggiore di merci.

ARTIC TRUMP   Trump ha colto il valore economico della Groenlandia:

  • la sua posizione in particolar modo strategica per il futuro del commercio mondiale;
  • le sue ricchezze naturali (si stima vi si trovi circa 13 % del petrolio non scoperto del mondo, il 30% del gas non ancora scoperto, abbondanti fonti di uranio e minerali rari, oro, diamanti e milioni di miglia quadrate di risorse non ancora sfruttate), sempre più accessibili.

Le relazioni tra l’isola di ghiaccio e gli Stati Uniti trovano radici già nel secolo scorso, quando il Presidente Truman poco dopo la fine della seconda guerra mondiale provò – non riuscendoci –  ad acquistare l’isola.

Sebbene l’acquisto di una così grossa porzione di territorio possa apparire utopistico nel contesto globale odierno, l’interesse degli USA, e in particolare del Presidente Trump, è strettamente geopolitico e geoeconomico.  Si tratta di un segnale ai due rivali (Russia e Cina) nella rincorsa artica: “ci siamo anche noi”.

USA IN RITARDO   Il comportamento dell’Amministrazione Trump è in parte influenzato dalla preoccupazione di essere in ritardo nella rincorsa artica. La cooperazione sino-russa pone infatti le forze atlantiche di fronte ad alcuni problemi con il rischio di un ulteriore indebolimento.

Il riscaldamento dell’agognata regione procede con ritmi doppi rispetto alla media globale. Pertanto la dimensione militare e strategica delle operazioni in corso verso le zone Artiche è in forte in crescita.

La Russia, già occupante diverse zone, sta costruendo a ritmi forsennati nuove installazioni militari e centrali elettriche lungo tutta la costa. La stessa Pechino ha cominciato ad investire in maniera massiccia in infrastrutture (porti, strade, mezzi di trasporto) funzionali alle proprio esigenze.

La cooperazione a livello energetico tra le due potenze, come nel caso delle riserve di gas naturale nella penisola di Yamal, indica chiaramente come gli obiettivi di entrambe siano sempre più allineati e contrapposti a quelli americani.

Le esternazioni di Trump non sono assolutamente casuali ed è sbagliato catalogare l’episodio come un’altra delle tante gaffe di Trump. Piuttosto, la richiesta avanzata per l’acquisizione del gigantesco territorio verde (o bianco), è un segnale di cosa ci attenderà nel futuro. Gli Stati Uniti hanno iniziato a muoversi per assicurarsi una posizione strategica contro Mosca e Pechino.

Questa competizione tra grandi potenze, la rincorsa a nuove risorse naturali, le ambigue norme internazionali nella zona Artica, e gli impatti sulla crisi climatica indicano che la “rincorsa artica” di questo secolo ha tutti gli elementi per minare il precario equilibrio di pace mondiale. Per ora, L’Europa si è limitata a giocare un ruolo moderato spingendo e supportando obiettivi come:

  • la protezione e preservazione della ecosistema Artico;
  • l’uso sostenibile delle risorse economiche;
  • la cooperazione internazionale.

Come intende porsi Bruxelles nello scacchiere nell’imminente futuro? Inseguire Mosca, Washington e Pechino in politiche aggressive, seppur allettante, non si addice al ruolo che il continente vuole avere nel mondo. Col fine di non causare probabili future escalation,  vi e bisogno di una forte figura internazionale che possa mantenere l’equilibrio tra le tre superpotenze. Solo un’Europa unita può ricoprire questo ruolo.

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