Next Gen Italia, a che punto siamo? – LIVE TALKLIVE STREAMING - MERCOLEDI' 29 MARZO, ORE 18:00

Next Gen Italia, a che punto siamo? LIVE TALK

La ripresa dalla depressione economica causata dalla pandemia Covid-19 sarà interamente affidata al cosiddetto Recovery Plan, ovvero al  Piano di ripresa e resilienza che il governo italiano il 30 aprile dovrà consegnare alla Commissione Europea. Transizione ecologica, innovazione digitale, ma anche parità di genere e nuove infrastrutture. Saranno queste le direttrici principali della strategia italiana, ma cosa ci sarà concretamente dentro il piano italiano? Abbiamo provato a fare un punto della situazione guardando all’ultima bozza di gennaio 2021 e a quanto fatto in questi mesi dal governo Draghi. Ne parleremo con l’On. Augusta Montaruli di Fratelli d’Italia, con Vito Borrelli, vice capo della Rappresentanza in Italia della Commissione Europa e con Giuseppe Arleo, esperto di policy europee. Moderà l’incontro il direttore di Competere, dott. Giacomo Bandini.

Semplificazione, riforme e trasparenza questi sono i tre pilastri del Recovery, ma come questi pilastri saranno concretizzati ancora non si sa”, spiega Augusta Montaruli. “Il premier ha incontrato tutti i gruppi parlamentari e quindi anche quello di Fratelli d’Italia, ma non conosciamo ancora i dettagli. Noi abbiamo presentato le nostre proposte al premier, ma il Parlamento dovrebbe essere centrale nella discussione di questo piano e così non sarà”, continua la deputata. “Deve rimanere centrale il piano infrastrutturale con una vera e propria cura del ferro, ovvero una serie politiche dei trasporti. Dobbiamo – prosegue la deputata di Fratelli d’Italia – garantire una rete nel Mediterraneo alle dispobilità di export in Italia, con uno sguardo poi anche ai quei territori colpiti dagli eventi sistimici e a Roma Capitale”. “Dunque sui tre grandi pilastri siamo d’accordo, ma è impossibile dire sì perché ancora non si capisce il come si vuole procedere“, conclude l’onorevole.

“La realizzazione del Pnrr pone grandi sfide che si possono realizzare solo con grande organizzazione e trasparenza. Ci deve essere visione chiara e strategica di futuro, finalizzato a un lavoro di riforme di cui l’Italia ha bisogno”, spiega invece Vito Borelli, vice capo della rappresentanza in Italia della Commissione Europea. “Dei 750 miliardi del Next Genrazion Eu arriverà in Italia la parte più grande, circa 200 miliardi. Il consiglio europeo del 17-20 Luglio 2020 ha approvato questo piano. Le risorse saranno recuperate sul mercato attraverso l’emissione di un debito mutualizzato, ma per far sì che questo vada in porto è necessario incrementare il massimale delle risorse proprie dell’Unione, attraverso nuove tasse, che però dovranno essere stabilite in ogni Paese”, continua Borrelli. “C’è stato il via libera dalla Germania, ma neanche lì è stato facile. Sostenere gli Stati membri colpiti dalla pandemia è sicuramente l’obiettivo principale del Next Generation, attraverso una crescita intelligente e inclusiva, la transizione verde e digitale ma anche la coesione sociale, investimenti e istruzione. C’è stata guida, appoggio e sostegno da parte della Commisisone all’Italia, ma anche nei confronti di tutti gli altri Paesi”, aggiunge. “La Commissione poi avrà due mesi di tempo per fare le sue valutazioni prima di passare il Piano al Consiglio Europeo, che avrà a disposizone altre quattro setttimane per approvarlo definitivamente”, prosegue ancora il vice capo della Rappresentanza in Italia della Commissione.

Esaustivività, efficienza, efficacia e coerenza. Per ciascun criterio la Commissione darà un voto da A a C. Per il via libera è necessario che non ci siano C e che ci siano più A che B. L’esborso delle diverse tranche sarà condizionato dal raggiungimento degli obiettivi intermedi. Sarà poi presente il cosiddetto ‘freno di emergenza’, che permetterà a ciascun Stato memebro una significaziva deviazione di ciascun Stato membro, se richiesto il Consiglio dovrà esprimersi entro i successivi tre mesi”, conclude Vito Borrelli.

“Le indagini Istat delle settimane scorse hanno fatto capire che spendiamo poco e a volte anche male i fondi dell’Unione. I fondi per essere correttamenti spesi hanno bisogno di profonde riforme, infatti da chiusura di un bando all’erogazione di fondi pubblici passano moltissimi anni e questo non è più accettabile”, spiega Giuseppe Arleo, esperto di policies europeee e fellow di Competere. “Sono necessarie profonde riforme del sistema del fisco, oggi estremamente opprimente, così come è necessaria una profonda sburocratizzazione“, aggunge Arleo. “Per le piccole e medie imprese incominciano a esserci piccoli passi in avanti oltre i sostegni e ristori che sono fondamentali ma soltanto nel brve termine. Rimane fondamentale una visione a lungo termine e in questo caso entra in gioco l’azione dei fondi del Next Generation Eu”, conclude Arleo.

SPEAKERS

On. Augusta Montaruli, Deputata di Fratelli D’Italia

Vito Borrelli Vice Capo della rappresentanza in Italia della Commissione Europea

Giuseppe Arleo, esperto di policy europee e fellow di Competere

MODERA

Giacomo Bandini, Direttore di Competere.eu

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