PNRR: partenza a singhiozzoL'IDEA DI STEFANO CIANCIOTTA

Giovedì prossimo sarà un giorno significativo per l’attuazione del PNRR. Entro quella data, infatti, dovranno essere completate tutte le scadenze normative e attuative previste per il secondo trimestre dal cronoprogramma concordato con l’Europa. Solo in questo caso l’Italia potrà inviare alle istituzioni europee la richiesta per ottenere la nuova tranche dei 191,5 miliardi di euro dei fondi del Next Generation EU. La prima fu erogata a marzo. Entro il 30 giugno, quindi, secondo il programma concordato, dovrebbe arrivare a compimento circa la metà delle riforme previste. Una parte fondamentale del Piano riguarda le infrastrutture, sulle quali il Governo ha investito 61,5 miliardi di euro.

LE INCOGNITE DEL PNRR

L’Italia è un Paese a forte dipendenza energetica, anche perché la realizzazione delle infrastrutture necessarie per ammodernare il sistema nell’ultimo decennio si è spesso scontrata con la contrarietà delle comunità locali

Quando si discute di questi temi, come nel caso del nucleare di quarta generazione, l’emotività prende sempre il sopravvento. 

Senza rinnovare il dialogo con le comunità locali (si veda ad esempio l’ostruzionismo dei territori ai rigassificatori e alle trivelle in Adriatico nonostante la necessità del Paese di avere gas a disposizione), sarà difficile realizzare nuove infrastrutture.

IL FENOMENO NIMBY 

In Italia nell’ultimo ventennio i casi di Nimby sono esplosi. Eppure tra le figure ad oggi previste nel PNRR non sono contemplati i comunicatori o gli esperti in relazioni pubbliche. Vanno anche comunicate le buone pratiche delle grandi aziende pubbliche, come Terna che ha avviato la consultazione con gli enti locali e gli stakeholders su Tirrenian e Adriatic Link. Se non si rinnovano le strategie di ascolto delle comunità locali molte opere resteranno solo sulla carta.

RINNOVARE LE COMPETENZE E LA CULTURA DELLA PA  

I Fondi del PNRR sono un’occasione fondamentale per il Paese, che deve essere utilizzata anche per implementare e accelerare la cultura della managerialità nella Pubblica Amministrazione italiana. 

Occorre, infatti, un ripensamento profondo della PA, che va contaminata con alcuni dei principi su cui si basano le organizzazioni aziendali private. 

Il presidente Draghi ha ricordato a fine 2021 che è stato messo a punto da parte dei Ministeri un programma che, se bene alimentato con i dati, consentirà di comprendere attraverso gli indici di performance la velocità di spesa e i tempi di realizzazione delle opere finanziate con il primo acconto concesso dall’Europa all’Italia.

L’apparato statale sta rispondendo bene all’impatto del PNRR sulle strutture dei Ministeri, uno su tutti il MEF che è uno dei principali attuatori del Piano, seguono MIMS e ANAC. I timori riguardano invece gli enti locali, e pertanto occorre dare immediatamente seguito al piano del Ministro Brunetta con l’assunzione dei tecnici che andranno a coprire le posizioni rimaste scoperte ormai da anni, per dare supporto alle Regioni e ai Comuni. 

Questa operazione non potrà risolvere i problemi di competenze e di personale degli enti locali, ma è un inizio che porterà una sostanziale novità all’interno di organizzazioni il cui turnover è bloccato da anni. Si consideri che le opere messe in campo anche dagli enti locali non sono tutte di poco conto, ma raccolgono una serie di progetti in alcuni casi complessi, che andranno a rendere più competitivi i territori italiani, con una ricaduta significativa sul sistema locale delle imprese.

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