Politiche energetiche: come orientarsi tra UE e ItaliaL'IDEA DI MAURO ANTONETTI

Le crisi fanno spesso emergere questioni che, nella “normalità”, rimangono sommerse e implicite ma che, in effetti, sono comunque centrali ed essenziali.

In primo luogo, l’energia (varie fonti – forza umana e animale, biomasse, vento, acqua, carbone, petrolio, gas naturale, energia solare, nucleare, etc – e forme – termica, chimica, meccanica, elettromagnetica, etc) si è confermata fattore fondamentale e indispensabile per alimentare tutte le attività e, in sintesi, lo sviluppo della civiltà

In secondo luogo, la questione dell’impatto dell’uomo sull’ambiente e, in specie, l’elevato livello di emissioni di varia natura di origine antropica (CO2 in specie) e di possibili effetti su temperatura o clima, ha generato obiettivi in sede internazionale, UE e nazionale.

TRE AREE DI OBIETTIVI DA RAGGIUNGERE    

Queste due focalizzazioni delle questioni energetiche e ambientali generano, a tutti i livelli (qui ne elenchiamo i più rilevanti in ottica europea: globale, UE, nazionale e locale) tre aree di obiettivi che i sistemi energetici (e ambientali) debbono raggiungere o, quanto meno, perseguire efficacemente (al riguardo, vengono indicate condizioni da verificare e iniziative e azioni da adottare):

  1. La sicurezza intesa come disponibilità di energia nelle forme e nelle quantità necessarie a soddisfare i fabbisogni tenendo conto che è la “domanda” a ”comandare” dal punto di vista dell’equilibrio fisico. Le scelte da adottare, in sede UE e nazionale (ispirate a criteri di ridondanza e diversificazione) sono: i) diversificazione origini geopolitiche; ii) tecnologie di generazione a emissioni zero: idroelettrico, compresi nuovi pompaggi per accumulo; FER compatibili con l’equilibrio del sistema energetico; geotermia, con importanti potenzialità; nucleare da fissione, contributo indispensabile a una decarbonizzazione stabile (filiere sicure di ultima generazione già esistenti e nuove filiere e tipologie innovative SMR, etc; iii) adeguamento infrastrutture di rete e aumento interconnessioni e punti di accesso (per il gas rigassificatori e nuovi gasdotti); 

  2. La economicità richiede, in un quadro normativo adeguato, mercati più competitivi, efficienti e monitorati attentamente (in quanto tendenzialmente asimmetrici a favore dell’offerta). Fondamentale è pure l’adeguatezza delle tariffe associate a settori in concessione. In tal caso, sono necessarie alcune condizioni: il ruolo normatore, di orientamento e di arbitro di Stato, Regioni, Enti Locali (coadiuvati da autorità di regolazione); di conseguenza, l’assenza di imprese a partecipazione pubblica; la sorveglianza di posizioni dominanti e di pratiche collusive; la separazione proprietaria (unbundling) tra settori in concessione e “a mercato”.

  3. La sostenibilità si confronta con obiettivi stabiliti a livello internazionale e UE, recepiti a livello nazionale, per ispirarsi a principi di fattibilità tecnologica e operativa, adottando obiettivi realistici (razionalmente definiti) e sostenibili anche economicamente, limitando al massimo le incentivazioni (eventuali oneri legati ad incentivazioni dovrebbe essere trasferita sulla fiscalità generale essendo generati da scelte di politica  generale) e adottando criteri di mercato e strumenti normativi “imparziali”, monitorando il conseguimento degli obiettivi stessi e l’efficacia delle soluzioni adottate. Alcune azioni più idonee: l’uso efficiente dell’energia, l’economia “circolare”, intervento nei settori con maggiore potenziale di efficientamento, neutralità tecnologica; l’innovazione (R&S): H2 come vettore, cattura CO2, nucleare da fusione (come prospettiva strategica); introduzione di una carbon tax (UE) finalizzata a compensare le diverse ”impronte ambientali” di prodotti, servizi e sistemi da applicare sia all’interno della UE che verso l’esterno.

ANALIZZARE PER IDENTIFICARE SFIDE, CRITICITÀ E OPPORTUNITÀ    

Analisi di scenari retrospettivi su vari orizzonti temporali: utile per identificare fattori, fenomeni e processi che rappresentano sfide, criticità, opportunità anche nella prospettiva. La demografia, i consumi energetici, il PIL (e analoghi della stessa famiglia), le emissioni di CO2, e gli  indicatori derivati dai fattori elencati (e da altri) forniscono, opportunamente analizzati su basi temporali di medio, lungo e lunghissimo periodo indicazioni utili. In estrema sintesi: l’innovazione tecnologica e il suo utilizzo razionale hanno disaccoppiato la crescita della popolazione e del PIL (cresciuto più che proporzionalmente) dai consumi energetici e dalle emissioni (cresciute meno che proporzionalmente) consentendo, salvo singolarità (guerre e pandemie) uno sviluppo economico e sociale globale a fronte di un incremento della popolazione da 1 miliardo (1800) a 2,5 (1950) agli attuali 8. Missione difficile da proseguire e migliorare.

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Illustration by James O’Brien for the NYT >>>

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