2021: Prospettive per il Commercio Internazionale – POLICY PAPERFOCUS EXPORT - GENNAIO 2021

Le Prospettive del Commercio Internazionale

Di Pietro Paganini, Co-Founder and Curiosity Officer; Giacomo Bandini, Director General; and Stefano Sartorio, Research Analyst and Project Manager, Competere

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Summary

Il commercio con l’estero ha risentito del calo generalizzato dell’attività economica a causa della pandemia e delle misure restrittive per contenerla. Il calo sia delle esportazioni che delle importazioni (rispettivamente -24,8 per cento e -21,8 per cento) nei primi due trimestri dell’anno è stata una delle conseguenze primarie della contrazione globale degli scambi commerciali con conseguenze anche per le catene del valore legate agli interscambi globali.

L’attività economica si è contratta in modo più netto in molti dei principali settori italiani (a partire dalla manifattura) e di conseguenza in quelli maggiormente coinvolti nelle esportazioni, gravemente ostacolate sia dalla produzione sia dalle difficoltà logistiche.

PERCHÉ È IMPORTANTE

Questo scenario delineato nel policy brief di Competere presenta notevoli rischi di ribasso anche a fronte delle sfide geopolitiche che si pongono nei prossimi anni e che avranno ripercussioni anche sulle politiche commerciali. Esse riguarderanno:

L’ordine multilaterale
Nuove forme di protezionismo emergenti (tra cui America First)
Il ruolo della Cina.

Totale merci esportate e variazione percentuale (confronto 2019-2020 primi 9 mesi)

 

Export 2019-2020

LO SCACCHIERE DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE

L’ordine liberale (e anche liberoscambista) che si è instaurato dopo la Seconda Guerra Mondiale sta entrando in rapida crisi ed è minacciato dalle contestazioni contro la globalizzazione. A soffrirne è anche il sistema della regolazione degli scambi rappresentato dalla WTO (World Trade Organization). Uno dei segnali più forti proviene dagli Stati Uniti. La guerra commerciale portata avanti dall’amministrazione Trump, con la Cina e con l’UE, è finalizzata alla restaurazione di un parziale protezionismo sotto lo slogan “America First”. Le posizioni del nuovo presidente, Joe Biden, non sono chiare nel merito. Ha più volte ribadito la necessità di rafforzare la produzione interna, dopo la pandemia, e di contrastare il crescente potere della Cina. Quest’ultima nell’ultimo Plenum del Partito Comunista ha rilanciato la necessità di bilanciare l’ingresso di capitali e merci dall’estero con la costruzione di un mercato domestico più forte. Nel segno dell’autosufficienza.

LE OPPORTUNITÀ

Le prospettive per l’Italia, e per l’Europa, nel contesto globale non sono tra le più rosee. Diversi i nodi da sciogliere, soprattutto se gli effetti della Covid-19 continueranno a manifestarsi nel prossimo decennio. Il nostro paese riveste un ruolo prominente nell’ambito del commercio internazionale e nel continente europeo.

Per questo motivo, Competere ha elaborato quattro ambiti in cui l’Italia deve calibrare le proprie policy commerciali:

  1. La Nuova Via della Seta. La posizione italiana rimane in bilico nel contesto europeo. Il memorandum firmato con la Cina presenta diversi rischi. In primis, l’eccessiva dipendenza dagli investimenti cinesi che l’UE ha provato a contrastare con una screening regulation a tutela degli interessi strategici. Importante è mantenere un rapporto di equa reciprocità, espandendo gli interessi italiani a nostra volta nel grande mercato cinese. Tutelare la proprietà intellettuale, specialmente per le PMI, è una delle chiavi per sviluppare le relazioni con il gigante asiatico.
  2. Il mercato unico digitale. L’Italia deve recuperare il gap digitale con gli altri paesi europei per poter essere competitiva nel nuovo scenario tecnologico e favorire i settori a vocazione esportatrice. L’obsolescenza delle infrastrutture e la scarsa propensione al digitale di alcuni settori vanno affrontate in modo prioritario.
  3. America e tariffe. La politica protezionista americana, unita al fallimento dei trattati di libero scambio e abbassamento delle tariffe, rischia di danneggiare l’export italiano. È fondamentale cogliere l’opportunità offerta dalla presidenza del G20 per ristabilire un regime favorevole al libero scambio con gli Stati Uniti.
  4. Nuove alleanze commerciali. Sul solco del JEFTA (Japan-Europe Free Trade Agreement) e del CETA (Canada-Europe Free Trade Agreement), l’Italia potrebbe essere promotore di nuove iniziative di apertura commerciale con i paesi emergenti dell’Asia e dell’Africa. Mercati in espansione e potenzialmente ricchi di opportunità per capitali e merci italiane.

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