Sciopero dei tassisti, sbaglia chi ha paura del cambiamentoDI PIETRO PAGANINI

5 e 6 luglio: la protesta dei tassisti contro il ddl Concorrenza dimostra ancora una volta che il nostro Paese è ostile al cambiamento. Ma gli italiani non ci stanno: solo il 32% si schiera con loro. I cittadini richiedono una riforma strutturale del trasporto pubblico non di linea, che non può più aspettare.

Il Messaggero ha pubblicato con grande risalto un editoriale del nostro presidente Pietro Paganini. Qui sotto alcuni estratti


I tassisti scioperano? Lasciamoli scioperare. Sarà un bene per i servizi alternativi. E comunque, prima o poi, si adegueranno anche loro al cambiamento.

L’Italia fatica a crescere, economicamente e socialmente, perché è ostile al cambiamento. Abbiamo paura che l’evoluzione tecnologica e sociale stravolga dinamiche consolidate e posizioni di rendita acquisite. Magari vi riuscisse!

[…]

È la ragione per cui le riforme non vanno mai a buon fine. I cittadini le chiedono, ma interessi particolari, sennonché personali – con la compiacenza di burocrati e movimenti politici lontani dal rappresentare gli interessi e i desideri di chi gli paga lo stipendio o li ha votati – creano un’invalicabile barriera di protezione. Pardon conservazione.

Così, nel 2022, mentre c’è chi va su Marte e manda i turisti nello spazio, in Italia siamo impantanati nel creare un libero mercato delle concessioni balneari e del trasporto pubblico non di linea, cioè i taxi.

È un paradosso tutto nostrano che i tassisti e una parte trasversale di parlamentari si oppongano alle richieste dei cittadini utenti. Va ricordato infatti: il motore del cambiamento non risiede nelle piattaforme digitali come Uber, ma è nelle mani di cittadini, consumatori, quindi elettori. Siamo noi a chiedere una riforma strutturale del trasporto pubblico non di linea, che ci consenta, per esempio, di scegliere come e con chi viaggiare, di sapere in anticipo quanto spendere, di usufruire di opzioni che personalizzino la nostra esperienza di viaggio e la rendano unica, oltre che efficiente.

Le polemiche sulla concorrenza e le liberalizzazioni sono superate. Noi cittadini abbiamo fatto la nostra scelta, che piaccia o no, di beneficiare della concorrenza e dell’innovazione che questa produce. Ma servono delle regole, altrimenti è un mondo alla todos caballeros. È necessario tutelare noi utenti, soddisfacendo i nostri bisogni e desideri, così come chi offre il servizio. […]

Noi cittadini ci aspettiamo che, con il Decreto Concorrenza attualmente in esame, i parlamentari si dimostrino attenti ai nostri bisogni e desideri, e soprattutto capiscano che il Paese deve cambiare rapidamente, staccandosi da dinamiche economiche e sociali che come un cancro ci hanno indebolito.

I tassisti se ne facciano una ragione. Sono essi stessi dei piccoli imprenditori. E come tali devono accettare e promuovere il cambiamento. È nel loro interesse.

Leggi l’articolo completo su Il Messaggero 

>> Leggi il comunicato stampa <<

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