UE: Copyright senza FrontiereL'IDEA DI UMBERTO CUCCHI

Il Parlamento Europeo voterà a breve (28 marzo o 10 aprile) la direttiva sul copyright. Questa include una serie di aggiornamenti volti a modernizzare le norme e adattarle all’era digitale. L’Europa è pronta a muoversi nella direzione giusta?

PERCHÉ È IMPORTANTE?   La digitalizzazione ha favorito lo svilupparsi di modi nuovi di interpretare la proprietà intellettuale. Da qui le richieste alla UE di  modernizzazione delle norme sul diritto d’autore. Due settimane fa, è stata presentata al Parlamento europeo una direttiva con lo scopo di armonizzare il quadro normativo comunitario sul copyright – con particolare enfasi su internet e le tecnologie digitali.

OBIETTIVI   La direttiva si pone i seguenti target:tutela delle pubblicazioni sulla stampaArticolo 11;

  • riduzione del “divario di valore” tra i profitti realizzati dalle piattaforme della rete Internet e dai creatori di contenuti;
  • Introduzione del concetto di text e data mining – TDM – (eccezione al diritto d’autore) – Articolo 3;
  • Utilizzo di contenuti protetti da parte di prestatori di servizi della società dell’informazione che memorizzano e danno accesso a grandi quantità di opere e altro materiale caricati dagli utenti – Articolo 13;
  • Eliminazione di barriere e frontiere per accedere a contenuti disponibili online;
  • Miglioramento del mercato dei diritti d’autore.

PROBLEMI    Gli articoli 11 e 13 della direttiva hanno suscitato forti critiche e polemiche. Chi si oppone a questa misura generalmente ritiene che l’applicazione online di diritti di proprietà intellettuale di base sia una minaccia fondamentale per la libertà di espressione, temendo un inibizione dell’espressione online. Hanno ragione? Di base, no. Questa direttiva sul diritto d’autore presenta alcune proposte ragionevoli che tutelano la proprietà intellettuale, preservando gli interessi dei consumatori e promuovendo l’economia digitale europea.

LA STRADA GIUSTA    La direttiva, nonostante qualche limite, si muove nelle direzione corretta poiché:

  1. Riduce sensibilmente il “divario di valore” che esiste tra piattaforme e creatori di contenuti digitali;
  2. Introduce strumenti antipirateria per gestire in modo proattivo gli upload e gli invii sui siti di contenuti generati dagli utenti. Senza di loro, i creatori di contenuti rimarrebbero in balia dei ladri digitali che possono caricare i contenuti piratati più rapidamente di quanto i creatori possano richiedere che vengano rimossi;
  3. Aumenta la distribuzione transfrontaliera, fornendo nuovi canali di distribuzione per creatori e digitalizzando il patrimonio culturale dell’UE;
  4. Esclude esplicitamente, dunque protegge, le start-up e le pmi dell’innovazione dalla legislazione della direttiva.


MIGLIORAMENTI    Prima dell’approvazione finale da parte del Parlamento Europeo, la direttiva necessita di alcune migliorie, per esempio:

  • Revisionare la norma sul copyright in materia di ricerca, istruzione e patrimonio culturale. La maggior parte delle eccezioni sul diritto d’autore nel diritto dell’UE sono attualmente facoltative e non si applicano a livello transfrontaliero. Poiché sia le licenze che le eccezioni sono stabilite su base nazionale, gli articoli 11 e 13 potrebbero frammentare il mercato dell’UE in contrasto con l’obiettivo dichiarato della direttiva. La direttiva necessita di maggiore cooperazione tra gli  Stati membri per definire nel modo migliore delle best practice a livello continentale.
  • Potenziare la gestione degli upload. L’unico modo per ridurre al minimo il costo della gestione degli upload generati dagli utenti e’ l’uso di tecniche automatizzate. Le piattaforme non dovrebbero avere l’obbligo di limitare gli abusi del copyright.
  • Espandere il concetto di TDM.  Una debole politica a favore del TDM, penalizzerebbe sensibilmente le startup e le pmi digitali europee costringendole a migrare verso altri mercati. Un articolo 3 troppo limitativo priverebbe l’accesso ai dati per le start-up, componente necessario per lo sviluppo di nuove tecnologie e IA. Ad oggi l’articolo 3 lascia spazio e vaghi ed ampi diritti che vieterebbero il TDM in numerose istanze. Un’interpretazione più permissiva rappresenterebbe un buon compromesso, non minando l’innovazione ma difendendo il mining selvaggio di dati.

Questa direttiva si muove maggiormente verso i diritti dei creativi e di tutti i cittadini europei rispetto a quelli dei colossi del web, rappresentando un buono – ma non ottimo – punto di equilibrio tra la tutela della creatività e la sostenibilità economica delle imprese digitali, soprattutto di quelle di dimensioni inferiori.

 

 

 

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