Competere celebra la Giornata Internazionale delle ForesteCOMUNICATO STAMPA

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DEFORESTAZIONE IN DECRESCITA 

Competere celebra la Giornata Internazionale delle Foreste 

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Roma, 21 marzo 2024 – «Il processo di deforestazione si sta riducendo, ma guai ad abbassare la guardia», a dirlo è Pietro Paganini, in occasione della Giornata internazionale delle foreste. «Nonostante i luoghi comuni, il processo di deforestazione sta cambiando direzione».

L’ultimo “Forest Resources Assessment” dell’Onu rileva, nell’ultimo decennio, una perdita netta di 47 milioni di ettari di foreste, rispetto al decennio precedente, in cui ne sono andati perduti 51 milioni.

«Sono cifre astronomiche che impongono una riflessione», dice ancora Paganini. «Questa discesa, però, è data soprattutto da due elementi: le pratiche adottate presso alcuni dei Paesi in passato più colpiti dalla deforestazione, quanto anche le rigide normative introdotte presso quei mercati che oggi si dimostrano più sensibili al percorso di transizione ecologica.»

Sulla base dell’Outlook 2022 del World Resources Institute, Competere ha individuato in Indonesia, Malesia, Colombia e Guatemala in Paesi più virtuosi in fatto di policy anti-deforestanti.

«I leader globali della produzione di olio di palma hanno fatto da apripista», osserva Paganini. «La lungimiranza dei coltivatori locali, quanto anche delle imprese di trasformazione che, qui in Europa, ricevono la materia prima, hanno fatto sì che l’Unione europea potesse adottare un regolamento come l’Eudr. È stata l’intera filiera dell’olio di palma a essersi dotata, nel corso degli ultimi anni, di certificazioni di sostenibilità, oggi riconosciute anche dalla Fao. Paesi produttori e industria di trasformazione hanno adottato un codice di condotta, che oggi è un modello per le altre filiere interessate dall’Eudr. Paradossalmente – continua Paganini – la filiera della palma da olio è la più preparata ad adempiere ai doveri della Eudr.».

Quello di palma è infatti l’olio vegetale più consumato al mondo. Nutriente essenziale, per il suo apporto di grassi saturi, affinché anche le diete non occidentali risultino equilibrate e bilanciate. Nonché commodity strategica per lo sviluppo economico di aree importanti del pianeta.

«Dalla deforestazione, innegabile in passato, con tanto di demonizzazione – conclude Paganini – si è giunti oggi a un modello di filiera resiliente e sostenibile. Al punto che, già prima dell’Eudr, l’olio di palma certificato sostenibile era pari al 90% del totale importato nell’Europa a 27. Con l’Italia a fare da traino, con una quota che oscilla tra il 93% e il 95%».

 

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