Immuni alla PianificazioneL'IDEA DI STEFANO SARTORIO

Per arginare il Covid19, in attesa di un vaccino, è necessario sviluppare sistemi rapidi per evitare ogni possibile rischio di nuovi focolai. L’utilizzo del digitale, come strumento di reazione veloce, è ideale. In Italia abbiamo sviluppato Immuni, l’app di tracciamento digitale dei contatti. Ad oggi ha solo 4 milioni di download. Come fare? 

Cina, Singapore, Corea del Sud e altri paesi stanno sviluppando o hanno già sviluppato applicazioni per il tracciamento dei contatti con individui positivi. L’Italia è uno dei primi paesi a dotarsi di un supporto di questo genere ma ancora in pochissimi ne fanno uso.

PERCHÉ È IMPORTANTE   

Le applicazioni di tracing sono uno strumento centrale per la riduzione del rischio di contagi in attesa di un vaccino. Se usate correttamente, permettono alle autorità sanitarie di agire tempestivamente per scongiurare la creazione di nuovi focolai.

SCARSA ADESIONE A IMMUNI

Paola Pisano, Ministro per l’innovazione, riferisce che sono solo 4 milioni i download che Immuni avrebbe ad oggi totalizzato. Secondo l’amministratore delegato di Bending Spoon (l’azienda che ha sviluppato il software) Luca Ferrari, sono ancora pochi per quello che serve al paese. A Singapore, ad esempio, più di un quarto della popolazione ha già scaricato l’applicazione.

Ma per quale motivo gli utenti decidono di non scaricare l’applicazione?

  1. A livello nazionale c’è poca collaborazione. Quella che oggi viene definita come applicazione “governativa” in realtà dovrebbe essere la sola e unica disponibile. L’incertezza del nuovo decreto, che stabilisce l’unicità di Immuni a livello nazionale ma non “pensiona” le altre app, non facilita le cose.  Il Friuli, la Liguria, il Veneto, la Sardegna e altre regioni si sono mosse verso un sistema di monitoraggio locale. Questo comporta, tra le altre cose, una perdita di efficacia di Immuni in favore di soluzioni regionali, inficiandone l’efficacia.
  2. È necessario mettere in campo una nuova promozione. Come ogni prodotto, Immuni deve essere “venduta” al target di riferimento. Essendo la sua efficacia legata al numero degli utenti che la posseggono, diventa obbligatorio mettere in campo una corretta campagna di marketing istituzionale per aumentarne i download. Bisogna creare un incentivo.
  3. La mancanza di un sentimento di urgenza, caratteristica di questa fase 2, diventa qui un dissuasore molto potente. La percepita inefficienza del sistema sanitario è poi un altro limite. Una volta ricevuto l’avviso di avvenuto contatto, sta al singolo utente l’onere di segnalarsi per accertamenti. Molti temono che saranno così costretti ad una quarantena perpetua. Anche in questo caso, una comunicazione istituzionale unitaria, lineare e pervasiva aiuterebbe gli utenti a fidarsi dello strumento e a chiarire i dubbi.
SERVE UNA STRATEGIA   

I problemi riscontrati mettono in luce purtroppo un’impreparazione collettiva da parte delle istituzioni nel prevenire e affrontare la pandemia. Il fatto che l’applicazione sia arrivata tardi, in una fase psicologica collettiva più rilassata, ne ha certamente inibito l’efficacia.

In sostanza, se l’obiettivo è quello di implementare l’efficacia di Immuni, il governo deve uniformare la propria comunicazione verso la società civile assicurandosi di raggiungere quelle zone del paese periferiche meno sensibili a questo tipo di sollecitazioni o call to action. Oltretutto, bisogna inibire l’utilizzo di ulteriori surrogati regionali. È essenziale affinché si garantisca alla cittadinanza una maggiore sicurezza ed un servizio comprensivo.

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