- 16 September 2025
- Posted by: Competere
- Category: Lidea
Le palme da olio “invisibili” dell’Africa: un tesoro nascostoL'IDEA DI EMILY MEIJAARD*
L’olio di palma fa spesso notizia per i suoi legami con la deforestazione e le piantagioni industriali su larga scala. L’immagine diffusa dai media occidentali è quella di file infinite e uniformi di palme, al servizio dei mercati internazionali e delle multinazionali. Eppure, in Africa, terra d’origine della palma da olio, la realtà è molto diversa. Milioni di alberi crescono al di fuori delle piantagioni, sparsi tra campi agricoli, foreste e villaggi. Queste palme non sono destinate all’export, ma sono parte integrante della vita quotidiana: hanno un forte valore culturale e garantiscono alle famiglie cibo e reddito.
Un nuovo studio pubblicato su “Environmental Research: Food Systems” da Descals et al. rivela quanto queste palme “nascoste” si siano diffuse. Analizzando oltre 11.800 immagini satellitari ad alta risoluzione, i ricercatori hanno individuato 6,5 milioni di ettari di palme da olio coltivate fuori dalle piantagioni in tutta l’Africa: più del triplo dell’area occupata dalle piantagioni commerciali. Queste palme, intercalate ad altre colture e usi del suolo, sono difficili da identificare, ma lo studio le ha documentate in più della metà dei villaggi dell’Africa occidentale e in quasi l’80% dei villaggi del bacino del Congo.
Non solo export: un alimento vitale
Questi dati sono importanti, ma non necessariamente per i motivi che ci si potrebbe aspettare. Certo, una superficie così vasta di coltivazioni non documentate potrebbe destare preoccupazione per la gestione sostenibile delle colture – come sottolineano gli stessi autori – ma dimostra anche il ruolo della palma al di fuori del mercato di esportazione, come coltura alimentare di base per il consumo interno.
L’olio di palma rosso non raffinato è una fonte fondamentale di grassi alimentari e vitamine liposolubili in aree dove le diete sono altrimenti limitate. I grassi sono nutrienti ad alta densità calorica, a basso costo ed essenziali per la crescita e l’energia. Da tempo, i ricercatori parlano di un “deficit di grassi” nelle diete africane, ossia un apporto insufficiente di grassi e oli alimentari, in particolare quelli sani, rispetto ai livelli raccomandati. Le stime si basano sui dati internazionali della FAO, che però non includono la produzione dei piccoli agricoltori. Il “serbatoio nascosto” di palme descritto da Descals e colleghi, suggerisce che questa carenza potrebbe non essere così grave come si temeva.
Nutrizione, cultura ed economia
Il ruolo dell’olio di palma nell’alimentazione è spesso frainteso nei dibattiti globali. Si parla quasi solo della sua impronta ambientale o dei presunti rischi per la salute, ma i dati disponibili raccontano una storia più sfumata. Uno studio del 2025 di Slavin, Meijaard e Sheil sottolinea che gli effetti dei grassi alimentari dipendono dalla fonte e dal contesto: se i grassi trans sono sempre dannosi, i grassi saturi hanno impatti variabili, mentre gli insaturi – come gli omega-3 – sono chiaramente benefici.
Gli autori invitano a evitare restrizioni generalizzate, ricordando che i grassi svolgono anche ruoli funzionali, culturali ed economici. Oggi, denutrizione e obesità convivono in tutto il mondo in un “divario dei grassi” sempre più ampio, a dimostrazione della necessità di approcci specifici che garantiscano sia un accesso adeguato sia diete sane.
Oltre al valore nutrizionale, queste piccole piantagioni di palme sono una risorsa economica. Sostengono milioni di famiglie rurali, con fonti flessibili di cibo e reddito. I frutti possono essere trasformati localmente, spesso da donne che dipendono da queste attività per il sostentamento della famiglia. A differenza dei sistemi di piantagioni dominati da grandi aziende, le palme non legate a piantagioni sono profondamente radicate nei mezzi di sussistenza e nelle tradizioni comunitarie. Sostenere una produzione responsabile da parte dei piccoli agricoltori in Africa potrebbe rafforzare la sicurezza alimentare e le economie rurali senza replicare gli impatti negativi legati all’espansione industriale nel Sud-Est asiatico.
Opportunità e sfide per il futuro
Restano, tuttavia, delle sfide. La crescente domanda potrebbe incentivare un’espansione non regolamentata, minacciando foreste e biodiversità. In positivo, l’elevata resa naturale della palma da olio significa che, se coltivata responsabilmente, può produrre una maggior quantità di olio su una superficie minore di terra rispetto a molte alternative. Politiche mirate, investimenti e ricerca potrebbero contribuire a garantire una gestione sostenibile dei sistemi dei piccoli coltivatori, salvaguardando sia le foreste sia le riserve alimentari.
Questi risultati ribaltano la narrazione dominante sull’olio di palma. Oltre alle piantagioni e ai mercati d’esportazione, c’è una realtà più complessa, fatta di milioni di palme disperse che rafforzano le economie rurali, integrano le diete e offrono lavoro locale. Riconoscere questa dimensione apre la strada a politiche che valorizzino la sicurezza alimentare e la resilienza rurale accanto agli obiettivi ambientali.
Per le comunità africane, queste palme non sono solo alberi, ma un’ancora di salvezza. Per il pubblico internazionale, inclusi decisori politici e consumatori italiani, comprenderne questa dimensione può spostare il dibattito dalla condanna alla collaborazione. Sostenere sistemi responsabili di piccoli coltivatori potrebbe rafforzare i mezzi di sussistenza, proteggere le foreste e assicurare che l’olio di palma continui a svolgere il suo ruolo vitale nelle culture e nelle economie alimentari africane.
*Emily Meijaard è divulgatrice scientifica e responsabile della comunicazione di Borneo Futures Sdn Bhd.