L’ olio di palma non mancherà, la filiera è resiliente e sostenibileCOMUNICATO STAMPA

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L’OLIO DI PALMA NON MANCHERÀ, LA FILIERA È RESILIENTE E SOSTENIBILE

L’EMOTIVITÀ È L’ANTICAMERA DELLA SPECULAZIONE 

Roma, 28 aprile 2022 – La decisione da parte del Governo indonesiano di estendere il blocco dell’export sia all’olio di palma grezzo che raffinato non deve spaventare. Come già affermato più volte in passato, la filiera dell’olio di palma è resiliente e sostenibile e quindi le forniture per coprire le esigenze del nostro settore alimentare sono garantite. Al contrario di alcuni messaggi lanciati in questi giorni, è proprio in queste situazioni che si evidenzia come l’olio di palma sia al riparo da tensioni che investono gli oli alternativi e che le politiche di boicottaggio siano meramente strumentali.

Sebbene l’Indonesia sia indubbiamente il principale produttore globale, con circa 51,3 M/T,  i Paesi produttori che esportano verso l’Europa sono molti, distribuiti lungo la fascia equatoriale che va dal Sud Est asiatico al Centro America, passando per l’Africa. Basti pensare che quello di palma è oggi l’olio vegetale più esportato al mondo, rappresentando ben il 60% del totale export (Fonte: Foreign Agricultural Service / USDA), e sono oltre 3 milioni i piccoli proprietari che operano lungo la filiera. La sola Malesia ha una produzione considerevole, seguita da Thailandia, Nigeria, e Colombia.

Invece di generare panico e lanciare allarmi ingiustificati dovremmo quindi ragionare sull’inutilità del boicottaggio che la filiera dell’olio di palma ha subito per ragioni ideologiche e commerciali, riconoscendo anzi gli enormi passi in avanti realizzati in chiave sostenibile, visto che oltre il 95% delle importazioni di olio di palma in Italia dispone di una certificazione di sostenibilità.

Come fatto in altri campi, è necessario avviare un dialogo costruttivo con i Paesi produttori, continuando a lavorare affinché le filiere siano sostenibili e  garantendo forniture strategiche. Reazioni emotive sono l’anticamera della speculazione e portano ad un aumento spropositato dei prezzi, ingenerando diffidenze e scelte populiste che andrebbero a ledere gli interessi dei consumatori italiani.

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