Ripensare la nutrizione europea: dalla standardizzazione alla personalizzazioneL'IDEA DI ANAYANCI MASIS-VARGAS

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L’Europa spende ogni anno 375 miliardi di euro per malattie legate all’alimentazione, continuando però a mantenere linee guida nutrizionali che ignorano la documentata diversità metabolica. Quando lo studio PREDICT ha dimostrato che persone che consumano pasti identici mostrano una variazione del 103% in risposta ai grassi e del 68% in quella verso il glucosio, ha confermato ciò che i clinici osservano quotidianamente: le politiche nutrizionali “uguali per tutti” minano nelle sue fondamenta il metabolismo umano.

Il paradosso dell’UE sulla prevenzione individuale

I Valori di Riferimento Dietetici dell’UE dichiarano esplicitamente di “NON costituire raccomandazioni per i singoli individui”, eppure il cambiamento del comportamento individuale rimane la nostra principale strategia di prevenzione. Questo paradosso spiega perché la Finlandia, il Paese europeo con le migliori performance in quest’ambito, raggiunge solo un 32% di elevata attuazione delle politiche nutrizionali, e perché nessun Paese dell’UE soddisfa gli obiettivi OMS in materia di obesità o anemia.

L’argomento economico a favore del cambiamento è convincente: i modelli stimano 605 miliardi di euro di risparmi potenziali entro il 2050 grazie a una prevenzione ottimizzata, mentre gli approcci al momento adottati sprecano 90,4 miliardi di euro l’anno in programmi inefficaci. I costi di implementazione (100–300 € per persona per la profilazione metabolica) impallidiscono di fronte ai 167,5 miliardi di euro spesi ogni anno solo per il diabete.

Dalla teoria alla pratica: un approccio multilivello 

I precedenti internazionali sono la prova della fattibilità del cambiamento. Il “Wheel of Five” dei Paesi Bassi crea schemi alimentari specifici per età attraverso l’ottimizzazione matematica. Le linee guida nordiche forniscono intervalli che riconoscono la variabilità individuale. Il progetto Food4Me ha mostrato che persino una personalizzazione basata su questionari supera i consigli generici, analizzando 1.607 partecipanti in sette Paesi europei, mentre gli Stati Uniti investono 170 milioni di dollari, riconoscendo la nutrizione di precisione come il futuro della sanità.

Una politica basata sull’evidenza richiede percorsi pratici di attuazione:

  • Livello 1: migliorare le linee guida esistenti attraverso una stratificazione di base, con minimi cambiamenti infrastrutturali e immediata applicabilità.
  • Livello 2: introdurre biomarcatori accessibili per una personalizzazione più mirata.
  • Livello 3: riservare gli approcci genetici ai casi complessi.

Questo modello a livelli indirizza risorse intensive verso le popolazioni ad alto rischio, fornendo al contempo strumenti digitali per maggioranze sane.

Equità al primo posto: la nutrizione di precisione come bene pubblico

Lo Spazio europeo dei dati sanitari fornisce l’infrastruttura necessaria. L’intelligenza artificiale, capace di raggiungere un’accuratezza del 91% nell’interpretazione dietetica, dimostra la prontezza tecnologica. I fondi dell’EU4Health (4,4 miliardi di euro) e i 14 miliardi per la sanità digitale del piano di ripresa aspettano solo di essere impiegati strategicamente.

Tuttavia, l’equità deve rimanere il principio guida. Senza un accesso universale tramite il sistema sanitario pubblico e approcci graduali, dai questionari ai test più sofisticati, la nutrizione di precisione rischia di trasformarsi in un lusso per pochi, aggravando le disuguaglianze.

La domanda non è se integrare la flessibilità metabolica nella politica dell’UE, ma quanto velocemente possiamo attuare ciò che la scienza dimostra necessario. La biologia varia in modo prevedibile; dovrebbe farlo anche la politica.

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