Scioperare non salverà il pianeta

Il Ministro dell’Istruzione ha invitato gli studenti a scioperare per il clima, chiedendo ai Presidi di giustificare l’assenza da scuola. Ha nominato il questionabile profilo di Vandana Shiva come consulente del Ministero, irritando i ricercatori italiani. Ha proposto la tassa sulle merendine. Nel frattempo l’Accademia dei Lincei ha cancellato un convegno sul clima a causa delle proteste per la presenza di scienziati così detti “scettici”. 

PERCHÈ È IMPORTANTE?      Il Ministro contravviene al suo ruolo che è quello di motivare gli studenti alla scuola. Il suo compito è di costruire una scuola migliore, al cui interno si impari ad affrontare le problematiche della vita attraverso il metodo della scienza. Invitando gli studenti a scioperare il Ministro conferma che la Scuola non è né il luogo né lo strumento per discutere di questioni come quella del clima. 

SI SCIOPERA     per le Libertà e i diritti violati o assenti e per promuovere condizioni sociali migliori e più eque. Lo sciopero per il clima è ambiguo perché il tema è molto nebuloso. Non riguarda solo i governi ma tutti i cittadini. È complicato e merita un’elaborazione molto articolata che appunto, si dovrebbe affrontare a scuola con gli strumenti della scienza

IL CLIMA IDEALE       Per quale clima scioperano i ragazzi? Pare, ascoltando gli argomenti – debolissimi – dei promotori che esista un clima ideale che è fisso, cioè non dovrebbe cambiare, e che di fatto, riguarda una situazione idilliaca in cui l’uomo vive in pace con gli altri esseri viventi e con l’ambiente che lo circonda, dove nulla muta. Ma non è, non è mai stato, e mai sarà così. Siamo all’idealismo storicista per cui esiste una situazione perfetta a cui tutti, negando le proprie fondamentali e naturali diversità, si dovrebbero adeguare. 

IL CLIMA CAMBIA      per tanti fattori, tra cui, anche e certamente, l’uomo che copre una parte molto piccola della storia del nostro mondo che a sua volta è un frammento infinitamente piccolo dell’Universo.

LA RELIGIONE AMBIENTALE     Il nostro futuro, che stiamo rubando ai giovani, così dicono, dipende da come affrontiamo la questione. Perché pare che essi e chi li fomenta fatichino a comprendere che se siamo arrivati fino a qui è attraverso una costante trasformazione di quello che ci sta intorno, così come fanno, con impatto certamente minore le altre specie animali che nel corso della storia sono comparse e scomparse tante volte. Fermando certi processi, industriali per esempio, neghiamo a chi non ne ha goduto i benefici, i paesi in via di sviluppo, di usufruire delle stesse opportunità di cui godono i nostri giovani scioperanti. Le nostre politiche sul clima hanno un impatto su di loro, come sul resto del pianeta. Tutto ciò che facciamo, compresa l’energia pulita che usiamo, genera dei cambiamenti. 

LA DOMANDA     Questi miliardi di giovani meritano un mondo altrettanto migliore fatto di libertà e prosperità. Come? È questa la domanda a cui a Scuola devono provare a dare risposta i giovani. Come possiamo svilupparci tutti insieme, cioè convivendo individui diversi, limitando l’impatto delle nostre azioni su ciò che ci circonda? La Sostenibilità che tanto ricerchiamo non riguarda solo il rapporto tra noi e l’ambiente, ma quello tra noi esseri umani. Non preoccupandoci di come meglio convivere – saremo 9 miliardi nel 2050 – non saremo mai in grado di migliorare il nostro impatto sul pianeta. 

LA SCIENZA     Scioperare per unidea fissa, per giunta poco chiara, non serve a nulla. È una potente indole giovanile che non va certamente soffocata.

Il compito del Ministro è sarebbe quello di invitare questa energia al senso critico e alla Scienza che è poi il metodo e lo strumento per migliorare la nostra vita su questo pianeta

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