Tribunale Unificato dei Brevetti a Milano, ultima chiamataCOMUNICATO STAMPA

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TRIBUNALE UNIFICATO DEI BREVETTI A MILANO, ULTIMA CHIAMATA.

IL MONDO PRODUTTIVO CHIEDE UNITÀ A ISTITUZIONI E POLITICA

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Il mondo produttivo è concorde: abbiamo poche decisive settimane per fare dell’Italia un hub dell’innovazione e di capitale umano. «Con l’assegnazione a Milano del Tribunale Unificato dei Brevetti abbiamo un’occasione irripetibile da cogliere, che richiede ancora uno sforzo congiunto di istituzioni e forze politiche», ha spiegato Pietro Paganini. Paganini ha aperto i lavori del convegno “Fare dell’Italia un Innovation Hub. Tribunale Unificato dei Brevetti. Perché Milano?”, promosso congiuntamente da Competere e dalla Property Rights Alliance, che si è tenuto oggi presso il Phyd Hub del Gruppo Adecco e a cui hanno partecipato esponenti di Confindustria, del governo ed esperti del settore. In particolare: Lucia Albano, Sottosegretaria Ministero Economia; Marcello Cattani, Presidente Farmindustria; Paolo Mascarino, Presidente Federalimentare (da remoto); Corrado La Forgia, Vicepresidente Federmeccanica; Andrea Malacrida, AD Adecco Italia; Marina Tavassi, già Presidente della Corte d’Appello di Milano e ora a capo del Tavolo Tecnico che affianca i negoziatori italiani sul TUB; Lorenzo Montanari, Direttore esecutivo Property Rights Alliance; Giammarco Brenelli, Avvocato, diritto industriale penale, e Cesare Galli, Avvocato e fondatore IP Law Galli. 

«In questo consesso ho voluto ribadire che l’impegno del Governo per la promozione della candidatura di Milano a ospitare una delle sezioni della Divisione centrale del Tribunale Unificato dei Brevetti (TUB) è molto forte. Operatori ed esperti, giudici e avvocati, italiani ed europei, avrebbero modo di avvalersi della futura sede di Milano, oltre che quelle di Parigi e Monaco, per la soluzione delle controversie in materia di brevetti. Si tratta di un investimento per il futuro e di crescita per la nostra Nazione, realizzato in un’ottica di respiro europeo», ha detto Lucia Albano, Sottosegretaria al Ministero dell’Economia. 

Senza tutele efficaci i diritti di proprietà intellettuale, che sono il plus concorrenziale delle imprese per competere sul mercato globale, sono esposti a contraffazioni e copiature. Ad oggi, il giro d’affari che non rispetta i diritti di proprietà intellettuale (tra falsi, italian sounding e copie illecite) pur difficilmente stimabile, provoca danni superiori a 150 miliardi all’economia italiana. Tuttavia, nel 2021 le domande di brevetti all’European Patent Office provenienti dal nostro Paese sono cresciute del 6,5% rispetto al 2020. L’ecosistema produttivo italiano si posiziona al di sopra della crescita media del 2,7% registrata dai 27 Paesi Ue, dimostrando grandi potenzialità nell’economia della conoscenza. 

«Le imprese del farmaco che investono e operano in Italia accolgono con favore il significativo passo in avanti che si avrà dal prossimo giugno con l’introduzione del brevetto europeo. Procedura che consentirà di semplificare e uniformare la concessione del titolo di proprietà intellettuale in tutti i Paesi dell’Ue», ha dichiarato Marcello Cattani, Presidente di Farmindustria. «Per questo è ancora più importante che la sede del Tribunale Unificato dei Brevetti venga assegnata a Milano, con tutte le competenze che fanno riferimento alla farmaceutica e alle Life Sciences. La Lombardia merita senz’altro questa assegnazione. È infatti tra le principali regioni a presenza farmaceutica nella Ue e la prima in Italia con 100 aziende, oltre 30 centri di ricerca e 24mila addetti diretti. Primato che ha anche nella R&S per investimenti, pari a 450 milioni di euro all’anno e nel numero di ricercatori, circa 3mila. Con un network pubblico-privato all’avanguardia composto da imprese del farmaco, centri clinici e università di fama mondiale, start-up, PMI innovative, Ict. Apprezziamo l’impegno del Governo e delle Istituzioni per raggiungere un obiettivo assolutamente strategico per l’Italia. È una scelta che appoggiamo con convinzione».

Paolo Mascarino, Presidente Federalimentare, non potendo intervenire di persona, ha inviato una nota scritta in cui si legge: «Nell’agroalimentare la tutela della proprietà intellettuale attraverso i brevetti è fondamentale. Per esempio, per tutelare marchi che hanno valori economici rilevanti e identificano prodotti che sono oggetto di tentativi di imitazione non facilmente perseguibili. Un problema molto grave, in particolare per le Pmi che trovano più difficoltà a tutelarsi legalmente. Inoltre, dagli imballaggi ai metodi di produzione al rispetto degli standard di sostenibilità, ciò che mettiamo in tavola non è prodotto casuale della terra, ma è quasi sempre frutto dell’intelletto umano. Il comparto agroalimentare fa parte dell’economia della conoscenza e ritiene quindi importante per lo sviluppo della competitività del nostro Paese l’assegnazione della terza sede del Tribunale dei Brevetti, evitando naturalmente che venga svuotata delle sue competenze principali».

«Il nostro Paese deve investire tanto in Ricerca e Sviluppo, in quella che io chiamo Testadopera, ovvero la necessità di dedicare tempo nel creare processi e prodotti nuovi. L’industria italiana è prevalentemente contoterzista. Per ridurre i costi di manodopera e valorizzare ciò che sappiamo fare serve una strategia di trasferimento tecnologico autoctono. Solo questo assicura competitività e genera manodopera sostenibile nel tempo. Forse il Made in Italy non basta più; dobbiamo puntare a “Invented and Made in Italy”», ha detto Corrado La Forgia, Vicepresidente Federmeccanica.

«Oggi più che mai la proprietà intellettuale ha un ruolo chiave nello sviluppo dell’economia dell’Ue, visto che il 45% del pil continentale è legato alla proprietà intellettuale. L’Italia, pur posizionandosi al 46° posto l’indice Internazionale per la Tutela della Proprietà (IPRI) eccelle nella protezione dei brevetti (9° posto) e si posiziona al secondo a livello europeo e al quarto a livello mondiale per quanto riguarda i marchi. Abbiamo quindi tutte le carte in regola per ospitare una sede del Tribunale e diventare modello e centro nevralgico per il processo di innovazione industriale di tutta Europa», hanno spiegato congiuntamente Pietro Paganini di Competere e Lorenzo Montanari di Property Right Alliance. 

“Proprietà intellettuale leva della competitività Made in Italy”, è questo l’invito lanciato da Competere e dalla Property Right Alliance al termine dell’incontro. Con una lettera aperta indirizzata ai maggiori esponenti del governo, che sta già raccogliendo adesioni tra le più influenti associazioni di categoria e gli addetti ai lavori più autorevoli, si spiega come la proprietà intellettuale è uno strumento decisivo per la crescita dell’Azienda Italia.

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