Olio di palma sostenibile: la Colombia traina l’America LatinaDI BENEDETTA ANNICCHIARICO

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L’America Latina sta diventando una regione sempre più importante nel mondo dell’olio di palma sostenibile. Dopo un’analisi del Guatemala come l’astro nascente dell’industria, è la volta della Colombia, il primo produttore della regione e leader in pratiche di sostenibilità.

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L’IMPEGNO VERSO LA SOSTENIBILITÀ CRESCE

Un recente rapporto di Solidaridad, basato su dati della Federación Nacional de Cultivadores de Palma de Aceite (Fedepalma), ha premiato la Colombia come esempio virtuoso della produzione sostenibile di olio di palma. Nel 2020, 28% dell’olio totale prodotto nel Paese era certificato sostenibile, ammontando a quasi mezzo milione di tonnellate e rappresentando il 32% del totale di piantagioni di palma. La Colombia non è solo il primo produttore di olio dell’America Latina, ma anche la sua forza trainante verso la sostenibilità: il 44% della produzione sostenibile del subcontinente proviene infatti dalla Colombia.

Fonte: Solidaridad

L’impegno del Paese alla sostenibilità è dimostrato dalle iniziative lanciate da Fedepalma e dalle autorità locali. Nel 2019, il Programma colombiano per l’olio di palma sostenibile (Aps.co) fu varato dalla Federazione per promuovere pratiche ambientalmente e socialmente sostenibili tra produttori e per incoraggiare politiche e investimenti pubblici e privati che ne facilitino lo sviluppo.

Inoltre, già dal 2017 diverse aziende, acquirenti e associazioni civili hanno firmato l’Accordo reciproco per la deforestazione zero nella filiera dell’olio di palma in Colombia. I firmatari, che ad oggi sono 60, non dovrebbero essere lontani dal raggiungere il proprio obiettivo: già prima del 2017 la contribuzione dell’industria dell’olio di palma alla perdita della foresta colombiana era molto bassa.

L’EXPORT VERSO L’UE SFIORA IL 100% DI SOSTENIBILITÀ

Con l’aumento della produzione di olio di palma negli ultimi dieci anni, è aumentato anche la sua esportazione, ad oggi la quarta tra gli export agricoli della Colombia dopo caffè, fiori e banane. L’Unione Europea, e in particolar modo i Paesi Bassi, rimangono il primo partner commerciale del Paese sudamericano. Ma negli ultimi anni i flussi verso il mercato europeo sono calati marcatamente: secondo un calcolo di Competere.eu, si è verificata una riduzione del 50% tra il 2019 e il 2021 (dati Eurostat).

Guardando però il lato positivo, vediamo che il calo è da attribuirsi principalmente alla stringente domanda europea esclusivamente per oli certificati sostenibili, il che ha inevitabilmente portato a una riduzione delle sue importazioni complessive. Ad oggi, l’eliminazione progressiva dei prodotti non sostenibili ha portato a un tasso di sostenibilità del commercio tra Colombia e Europa che sfiora il 100%.

 

Coltivazioni certificate (96%) e convenzionali (4%) da cui proviene l’olio di palma colombiano importato dalla UE.
Fonte: Solidaridad

OPPORTUNITÀ E SFIDE PER I PICCOLI AGRICOLTORI

L’industria colombiana, come quella di tanti altri Paesi, dell’olio di palma dipende da piccoli e indipendenti proprietari terrieri. In questo caso, rappresentano il 30% dei produttori colombiani, e dalle loro coltivazioni, che si estendono su 149.235 ettari, proviene il 48% del prodotto nazionale.

Secondo il rapporto di Solidaridad, quasi la metà dei piccoli agricoltori colombiani produce olio di palma certificato sostenibile a prova del successo delle iniziative del Paese.

Tuttavia, permangono alcune sfide di natura universale che complicano la piena transizione verso una produzione sostenibile: la scarsità delle risorse disponibili ai piccoli proprietari terrieri, la dimensione delle loro realtà produttive, il loro isolamento geografico, sono tutti fattori che contribuiscono alla mancanza di personale qualificato e di opportunità di formazione.

Ciò nonostante, il settore si conferma un’industria importante per lo sviluppo: nel 2020, gli agricoltori colombiani hanno percepito un aumento nel fatturato grazie al rialzo dei prezzi internazionali dell’olio di palma e tassi di scambio favorevoli. Inoltre, come emerso da una tavola rotonda organizzata da Competere.eu, la palma da olio spesso rappresenta una coltivazione e un mezzo di sostentamento alternativi alle piantagioni illegali.

Rimane ancora lavoro da fare, ma l’iniziativa mostrata dalla Colombia, supportata dalla crescente domanda di certificazioni di sostenibilità da parte di consumatori e mercati importatori, ha portato a un cambiamento consolidato nel paradigma di produzione dell’olio di palma.

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