Policy UE anti-deforestazione. L’Italia che fa?L'IDEA DI ANTONIO PICASSO

La lotta alla deforestazione costituisce un tema strategico per la nostra economia e per il modello esemplare che la cooperazione italiana ha finora esportato nel mondo. Per questo il disinteresse del governo Meloni si sta rivelando come un’occasione persa in partenza. Inquadriamo, per prima cosa, il fenomeno nel contesto internazionale. L’Outlook 2022 del World Resources Institute (Wri), pubblicato appena prima dell’estate, rileva che lo sfruttamento delle foreste pluviali primarie è in aumento. Rimandiamo a questo proposito quanto scritto in questa idea.

LA LOTTA ALLA DEFORESTAZIONE       

D’altra parte, con l’entrata in vigore del Regolamento europeo sui Prodotti a Deforestazione Zero (European Deforestation-free products Regulation – Eudr), l’Unione europea fa capire come gli interscambi commerciali tra la nostra industria di trasformazione agroalimentare e i Paesi fornitori di materie prime, d’ora in avanti, dovranno essere condotti in maniera ancora più rigorosa in fatto di controlli e certificazioni. Con l’Eudr, la priorità di Bruxelles diventa: “ridurre l’impronta del consumo dell’Unione sul suolo e incoraggiare a consumare prodotti provenienti da catene di approvvigionamento che non contribuiscano alla deforestazione”. Le materie prime oggetto della normativa sono: bovini, cacao, caffè, palma da olio, soia e legname. Commodity, tuttavia, strategiche per la filiera agroalimentare del continente, che vale circa mille miliardi di euro – non avrebbe ragion d’essere.

RINUNCIARE NON È UN’OPZIONE 

Bisogna essere consapevoli che non è possibile rinunciare a questi prodotti di importazione. Caffè o cacao non sono coltivabili in Europa. E altrettanto bisogna aver chiaro che gli stessi Paesi produttori sono già spesso in linea con le direttive Ue. Tornando al Wri, infatti, la filiera dell’olio di palma certificato come sostenibile va in controtendenza rispetto all’emergenza globale. Indonesia, Malesia, Colombia e Guatemala, ovvero i leader globali del mercato, hanno incentivato l’adozione di policy anti-deforestanti, accogliendo la sostenibilità coma sfida per introdurre innovazioni tecnologiche e destinare investimenti pro-ambiente.

MA COSA STA FACENDO L’ITALIA?    

Tuttavia, ora bisogna chiedersi come intenda concretizzare l’Italia le indicazioni dell’Eudr. Per il governo Meloni, l’Agrifood made in Italy è un fiore all’occhiello della nostra economia. Il fatto, però, che ancora oggi non sia chiaro quale ministero di riferimento dovrebbe farsi carico dell’applicazione della normativa Ue lascia un pericoloso vuoto legislativo per le nostre imprese. È il Ministero dell’Agricoltura, che ha le competenze sulle foreste, oppure quello dell’Ambiente a dover emanare i decreti attuativi di competenza? 
Per i nostri partner europei, che sono pure competitor, la sostenibilità è un fattore di libera concorrenza. L’innovazione tecnologica delle nostre imprese permetterebbe una maggior presenza del Made in Italy anche nei mercati più deboli. È un peccato che il disinteresse della politica rischi di farci mancare un gol a porta vuota.

 

Join Our Community and Stay Up to DateSign up to receive weekly updates, thoughtful ideas, and exclusive invitations

SEARCH IN OUR NEWS

LATEST NEWS