Scoperti i geni responsabili dell’effetto sulla salute dell’olio EVOL'IDEA DI ANTONIO PICASSO

Presentato al Parlamento europeo lo studio della Fondazione Istituto Nutrizionale Carapelli che dimostra come l’olio Evo è un valido alleato contro l’obesità e le malattie dismetaboliche. Alimento cardine della dieta mediterranea, è anche un asset dell’agrifood italiano.

I MECCANISMI MOLECOLARI AL CENTRO DELLA RICERCA SCIENTIFICA             

Quella che l’olio d’oliva faccia bene alla salute potrebbe essere derubricata come una “non notizia”. Tuttavia, finora questa convinzione non disponeva di un’adeguata e completa spiegazione scientifica. Questo vuoto è stato colmato grazie al recentissimo studio “Effetti benefici dell’olio extravergine di oliva: meccanismi molecolari”, condotto dall’Istituto Nutrizionale Carapelli in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, di Perugia e Napoli e presentato nel corso del convegno “Salute ed Economia: le Virtù Nascoste dell’Olio Evo”, organizzato da Competere presso il Parlamento europeo di Bruxelles, lunedì 27 novembre 2023. 
 
La ricerca, finora inedita a livello mondiale, illustra i dettagli su come l’Olio Extra Vergine di Oliva (Olio Evo) contribuisca significativamente alla salute. Ricco di acidi grassi monoinsaturi e polifenoli, questo olio non solo tutela la salute cardiaca e combatte le malattie infiammatorie associate all’invecchiamento, ma promuove anche una digestione efficace e preserva la pelle dai danni causati dai radicali liberi. 
 
Gli studi condotti dai farmacologi Michele Carruba (Università degli Studi di Milano e Presidente del Comitato Scientifico dell’Istituto Nutrizionale Carapelli) ed Enzo Nisoli (Università degli Studi di Milano) hanno evidenziato che le diete arricchite con Olio Evo ad alto contenuto di polifenoli conducono a un profilo metabolico più sano, riducendo il peso e i livelli di glucosio nel sangue, mitigando così il rischio di diabete.
 
La ricerca si è inoltre estesa ai meccanismi molecolari e cellulari. Attraverso tecniche avanzate di analisi genetica e metabolomica, gli scienziati hanno identificato nuovi modi in cui l’Olio EVO e i polifenoli influenzano il metabolismo energetico e la funzionalità dei mitocondri, specialmente nei tessuti metabolicamente attivi come muscoli e fegato. «La rilevanza di questo studio – ha sottolineato Nisoli – va al di là dei risultati presentati, perché mette a disposizione dell’intera comunità scientifica numerosi dati, da cui potranno scaturire molteplici nuove scoperte».
 
Questo studio sottolinea l’importanza di promuovere diete con alto consumo di Olio EVO, come la dieta Mediterranea, per contrastare l’obesità e le malattie non trasmissibili, oggi considerate una pandemia globale. L’obesità è infatti correlata a gravi complicanze come il diabete di tipo 2 e le malattie cardiovascolari, oltre ai tumori e alle malattie neurodegenerative. Tuttavia, come ha allertato Carruba «solo il 46.6% degli italiani (quota più alta in Europa) consuma la dose giornaliera consigliata di 3 porzioni di olio di oliva. Meno del 15% (14.8%) ne consuma 4 porzioni. Il restante 38.6% (quota più bassa in Europa) consuma meno delle porzioni consigliate. Se ne evince che la dieta dei cittadini europei non trae vantaggio da un alimento così importante per la salute pubblica».

I RISCHI DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO PER LA FILIERA 

Durante il convegno è stato illustrato anche il valore socioeconomico dell’Olio Evo. La filiera olearia affronta sfide epocali a causa dei cambiamenti climatici, che stanno riducendo la produzione e aumentando i costi, influenzando direttamente la disponibilità di questo prodotto. Nonostante gli avanzamenti tecnologici, la produzione rimane inferiore alla media nelle regioni del Mediterraneo proprio per la rapidità e drammaticità dei mutamenti del clima.
 
Per quest’anno, Assitol, l’associazione cui fanno capo le aziende del settore, stima una produzione italiana poco inferiore a 290mila tonnellate di olio, un aumento del 20% rispetto all’anno precedente, ma ben al di sotto delle 350mila tonnellate delle annate migliori. Questo volume non è sufficiente a soddisfare la domanda dell’industria olearia italiana, che richiede circa 1 milione di tonnellate, tra consumi interni ed export.
 
Anche la Spagna, leader mondiale del settore, ha risentito fortemente della crisi idrica dovuta alla siccità. Per il secondo anno consecutivo, la sua produzione non supererà le 765mila tonnellate, quasi dimezzando il rendimento abituale
  
Questo calo limita l’accesso dei consumatori a un alimento naturale, essenziale per combattere obesità e malattie non trasmissibili. Gli esperti lanciano un appello unanime: è cruciale adottare politiche di educazione e incentivazione per garantire l’accesso all’olio Evo di qualità. La situazione richiede una risposta globale, non solo per preservare un settore produttivo vitale, ma soprattutto per promuovere la salute pubblica.

 

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