Gli studi della Commissione UE sconfessano il NutriscorePIETRO PAGANINI INTERVISTATO DA FORMICHE

Nella recente intervista di Formiche, Pietro Paganini spiega che con il Nutriscore l’Europa rischia di fare un passo indietro per quanto riguarda la libertà di scelta del consumatore. Il recente studio compiuto dal JRC – al contrario di quanto riportato erroneamente (o parzialmente) da alcuni agenzie internazionali – conferma che lo schema Nutriscore non porta benefici: nessuno studio può dimostrare una dinamica di causa-effetto, né conferma che l’utilizzo del Nutriscore possa avere conseguenze positive per la salute dei consumatori. La maggioranza della comunità scientifica in Europa, infatti, è contraria al Nutriscore, con ben 323 scienziati e 19 associazioni medico-scientifiche che si sono espressi ufficialmente contro lo schema a semaforo.

Qui sotto riportiamo i momenti più significativi dell’intervista, accessibile integralmente su Formiche.net


Secondo i media internazionali e anche qualche testata nazionale gli studi realizzati dalla Commissione Ue per supportare la tanto discussa riforma del Fronte Pacco, cioè delle etichette alimentari, confermano la validità del Nutriscore. Il famoso schema a semaforo con le lettere A-E non piace all’Italia perché i prodotti della dieta mediterranea e del Made in Italy sarebbero quasi tutti tra l’arancione e il rosso, tra la D e la E. Lo schema piace alle multinazionali straniere e alle catene di distribuzione di Francia e Germania perché gli consente di creare nuove formulazioni sfruttando il salutiamo ideologico e la guerra a zucchero, sale, e grassi saturi. Se gli studi promuovono il Nutriscore i tentativi di Italia, Grecia, Spagna e altri membri della Ue contrari al Nutriscore sono vani? Lo chiediamo a Pietro Paganini.

Lo studio che la Commissione Europea ha appena aggiornato non promuove il Nutriscore, semmai lo sconfessa. Al contrario di quello che si è letto in queste ore. Le agenzie internazionali hanno riportato male la notizia o in modo parziale, o qualcuno ha avuto interesse a stravolgerla. La scienza con buona pace dei sacerdoti francesi del Nutriscore sta portando evidenze difficilmente corroborabili che dimostrano l’inefficacia del Nutriscore. Nessun dato ottenuto da esperienze della vita reale dimostra i presunti benefici dello schema francese. Infatti la Comunità scientifica europea è in larga parte contraria allo schema a semaforo. Per altro il Nutriscore nasce vecchio al cospetto dei nuovi risultati della ricerca scientifica e all’evoluzione tecnologica che indirizza la nutrizione verso diete personalizzate”, dichiara Paganini.

MA IL NUTRISCORE PIACE AI CONSUMATORI, SI RIPORTA NELL’AGGIORNAMENTO ALLO STUDIO

“Ci sono le bugie, le grandi bugie, e poi c’è la statistica. Lo studio effettivamente dice che i consumatori, specie quelli a basso reddito, preferiscono gli schemi semplici a colori, poiché li considerano un mezzo per ottenere rapidamente informazioni sulla composizione nutrizionale degli alimenti al momento dell’acquisto. Si tratta di un sondaggio le cui domande possono essere fuorvianti. Cambia la domanda e cambia la risposta”.

SE PIACE AI CONSUMATORI PIACE ANCHE ALLA COMMISSIONE

Non è questo il fattore importante. L’obiettivo dell’etichettatura è far sì che attraverso un’alimentazione più sana si migliori la salute delle persone. Da questo punto di vista, che è l’unico realmente importante a cui dare attenzione, lo studio non conferma affatto i presunti benefici del Nutriscore. È chiaro che un messaggio semplice richieda meno tempo per essere compreso e che uno schema a colori richiami maggiormente l’attenzione, ma questo non si traduce necessariamente in un miglioramento della dieta. Lo studio, infatti, al punto 4 delle conclusioni afferma con grande chiarezza che “potrebbe esserci un gap tra i sistemi di etichettatura nutrizionale che i consumatori dicono di preferire e quelli che realmente li aiutano a prendere decisioni informate per una nutrizione migliore”.

SPIEGHI MEGLIO

Il Nutriscore nasce vecchio e in una cultura paternalista e totalitaria. Le ricerche più recenti nell’ambito della nutrizione dimostrano che il successo di una dieta dipende da molti fattori, come lo stile di vita, la genetica, le relazioni sociali, etc. Questa prospettiva associata all’evoluzione tecnologica ci consente di elaborare diete personalizzate all’istante sulla base di chi siamo e come ci sentiamo in un preciso momento. Cosa mangiare dipende da tanti fattori. Per il Nutriscore siamo tutti uguali e reagiamo tutti allo stesso modo a ingredienti presunti pericolosi (sui grassi saturi la scienza è divisa e si sta ravvedendo, per esempio).
Piuttosto che promuovere uno schema vecchio che risponde alla tradizione impositiva dei regimi totalitari in cui lo scienziato dello Stato sa cosa è giusto o sbagliato per ciascuno di noi, la Commissione dovrebbe preoccuparsi dei benefici e delle minacce legate alle diete personalizzate.
Se è un algoritmo elaborato appositamente per me a stabilire ciò che mi serve a livello energetico in un certo momento, attraverso dei software e dei dispositivi (orologi e telefoni intelligenti), delle conseguenze e dei rischi ci sono certamente. Chi detiene l’algoritmo, di chi sono i dati, chi li controlla, c’è il rischio che la mia dieta subisca interessi commerciali, etc… La Commissione Ue si dovrebbe occupare di questo e non di dirci cosa mangiare attraverso un algoritmo uguale per tutti.

IL NUTRISCORE CHE SEMBRA COSÌ AMICHEVOLE È DUNQUE PERICOLOSO?

Con il Nutriscore l’Europa rischia di fare un passo indietro per quanto riguarda la libertà di scelta del consumatore che viene trattato come un idiota. Fa due passi indietro perché propone un modello vecchio che Asia e Usa supereranno venendo poi a imporci la loro tecnologia e i loro algoritmi con bona pace dei burocrati di Brussels.

>> Leggi Nutriscore: la Commissione UE boccia l’etichettatura a semaforo <<

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